Corriere dello Sport

Da Pogba a Paredes un mercato a impatto -10

Tra infortuni e passaggi a vuoto ecco perché gli arrivi del 2022 non hanno dato la svolta attesa

- Di Filippo Bonsignore

Non è stato soltanto il -10. Oltre la vicenda giudiziari­a, c’è di più. La Juve si avvia a chiudere la seconda stagione di fila senza titoli e le ragioni del fallimento non risiedono soltanto nel macigno della penalizzaz­ione e nelle discutibil­i tempistich­e della giustizia sportiva. Il “togli-restituisc­i-togli” riguardo ai punti in classifica non può certamente essere archiviato come una situazione normale. Però il fallimento sportivo ha radici profonde che affondano nella scorsa stagione - in cui i bianconeri avevano perso due finali e agguantato il quarto posto in extremis - e che si sono sviluppate anche in questa annata disgraziat­a. Il bilancio dell’ultimo biennio, ad oggi, racconta di 28 sconfitte su 106 partite disputate in tutte le competizio­ni: sono state perse più di un quarto delle gare giocate (26,4%). Numeri non certo abituali a queste latitudini. Impossibil­e dimenticar­e le umiliazion­i della porzione di stagione pre-Mondiale, con l’eliminazio­ne dalla Champions, la sconfitta di Monza, i punti lasciati con Samp e Salernitan­a (al netto della svista del Var, naturalmen­te). E poi, alla ripresa, i tonfi con Napoli, Sassuolo ed Empoli.

Troppo discontinu­o il cammino, con problemati­che di gioco, di atteggiame­nto e quindi di risultati, e che hanno anche una causa nel flop del mercato estivo. Allegri ha puntato con decisione su giocatori pronti per vincere e aggiungere esperienza e qualità: via libera quindi a Pogba e Di Maria, arrivati a parametro zero e ai prestiti di Paredes e Milik. In più due acquisti di peso, come Bremer e Kostic,

Leandro paredes (28 anni), Gleison Bremer (26 anni), Filip Kostic (30 anni), e Arkadiusz Milik (29 anni) e la scommessa Gatti, rivelazion­e dello scorso campionato di B con il Frosinone. A conti fatti, le cose non sono andate secondo gli auspici: il mercato ha portato pochi e circoscrit­ti sorrisi, con diversi protagonis­ti attesi che hanno deluso o non sono praticamen­te entrati in gioco. E’ il caso, quest’ultimo, di Pogbaa, che ha vissuto una stagione maledetta culminata nell’ultimo infortunio contro la Cremonese. Il riassunto dice: 10 presenze e solo 163 minuti in campo. Il francese resterà, anche perché blindato da un contratto pesante, e tutti alla Continassa sperano possa essere il primo acquisto per la prossima stagione. Le delusioni rispondono invece, a Di Maria e Paredes con un distinguo: il Fideo, dopo il successo al Mondiale, è tornato quello vero, regalando bagliori della sua classe soprattuto in Europa League. Bagliori, appunto, non certo continuità. Mentre Paredes si è limitato al minimo sindacale, risultando decisivo soltanto con il Lecce. Per entrambi non ci sarà spazio nella Juve del futuro, al contrario di coloro che hanno convinto. Vale a dire Bremer, tra i migliori a parte qualche passaggio a vuoto, Kostic, fondamenta­le con i suoi 11 assist, e Gatti. Ecco la sorpresa: Federico era il meno atteso e invece si è guadagnato chance e fiducia, aggiungend­o due gol decisivi in Europa League. In dubbio, invece, Milik, un altro che ha avuto un impatto più che positivo: 9 gol in 37 presenze e un riscatto dal Marsiglia che deve essere ancora deciso.

Eredità del mercato della stagione passata sono invece Vlahovic e Chiesa: dovevano essere la base per il ritorno al successo ma hanno viaggiato a singhiozzo per mille vicissitud­ini. Federico, frenato dal gravissimo infortunio del gennaio 2022, ha impiegato oltre un anno a riemergere e ora guarda al prossimo anno per il rilancio definitivo. Dusan, invece, si è avvitato progressiv­amente in una crisi da cui ha faticato ad uscire: 14 gol per lui, inframmezz­ati da lunghi periodi bui. Ora per il bomber si apre il tema del futuro: sarà ancora il bianconero o, vista l’incertezza che avvolge la Juve, le sirene del mercato faranno la differenza? No, non è stato soltanto il -10...

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