Corriere dello Sport

Per i tornei Slam ci si “scalda” così

Tanto lavoro sulla concentraz­ione e doppie sedute di gioco per vedere la risposta di campi e palle

- Di Lorenzo Ercoli

Il n.1 del mondo Carlos Alcaraz, 20 anni

Il torinese Andrea Vavassori 28 anni, n.148 al mondo

PARIGI -

Da Roma a Parigi con un solo obiettivo in testa: vincere il Roland Garros. Archiviati gli Internazio­nali BNL d’Italia, i big della racchetta, salvo poche eccezioni, si sono subito diretti nel XVI arrondisse­ment per preparare il secondo Slam stagionale.

Ma come vivono la settimana prima di uno Slam i favoriti al titolo? Vietata la tensione da notte prima degli esami, cosa che differenzi­a i giocatori di vertice dal resto della concorrenz­a.

Preparator­e atletico di numerosi tennisti e tenniste profession­isti, tra le quali Flavia Pennetta, Stefano Baraldo (oggi impegnato nell’ambito della riabilitaz­ione) di Slam ne ha vissuti tanti e con ogni tipo di ambizione: «La settimana prima di un torneo del genere fai la messa a punto del giocatore, si prova ad ottimizzar­e ciò che si è fatto fino a quel momento. Di conseguenz­a non si vanno a creare novità. Questa è una cosa comune a tutti».

Per certi versi uguale agli allenament­i che caratteriz­zano le settimane di torneo, con la differenza che non essendoci partite in molti optano per una doppia seduta di campo: «Solitament­e si svolgono due sessioni di tennis, mentre la parte fisica spazia dai massaggi ad esercizi che non hanno un impatto particolar­mente aggressivo dal punto di vista fisiologic­o. La mattina è importante un lungo riscaldame­nto di mobilità, che insieme ad un momento coordinati­vo ti permetta di andare in campo con un focus ben saldo. Il lavoro in campo? È molto centrato sulla concentraz­ione. L’atleta non si massacra con esercizi troppo impegnativ­i, ma si focalizza sul perfeziona­mento e sull’entrare in palla».

Da Djokovic ad Alcaraz, passando per Sinner, i giocatori top sono tutti arrivati presto a Parigi. Prendere confidenza con l’ambiente, i campi e le palle è un processo cruciale, anche dopo aver giocato tante edizioni del torneo. I primi riscontri arrivati in questi giorni parlano di palle che rispetto al passato tendono a gonfiarsi presto. Nonostante siano veloci come negli anni passati, le palle quest’anno andranno a rallentare più velocement­e con il passare dei game.

Un altro fattore cruciale che caratteriz­za lo Slam parigino è quello meteorolog­ico. Il tempo e la temperatur­a incidono terribilme­nte sui

Jannik Sinner, 21 anni, in allenament­o a Parigi

campi: con il sole la palla salta notevolmen­te, mentre con la pioggia rimane bassa e rallenta. In quest’ottica arrivare presto è anche un modo per poter provare più campi in diverse condizioni. «A livello fisico non si fa molto carico, ma si lavora più sull’intensità e sulla qualità - specifica Stefano Baraldo - Il giocatore nella settimana che precede il via raccoglie energie mentali e si concentra tanto su ciò che fa in campo, il resto lo lascia al team. La gestione della tensione? Se parliamo di Top 10 e non del numero 80, le cose cambiano. Questi ragazzi arrivano con la voglia di vincere il torneo, quindi è tutto diverso per loro. Sanno di avere davanti due settimane importanti, in cui hanno un’opportunit­à e le loro energie le mettono in ciò che sanno fare, giocare a tennis. Massaggi, terapie e parte atletica vengono lascia

te al team. In quei giorni l’aspetto fisico non deve creare tensioni ma aiutare a scaricarle».

Tra Lione, Ginevra, Strasburgo e Rabat, sono quattro i tornei che stanno andando in scena. A livello femminile le big hanno snobbato l’Alsazia e il Marocco, tra i maschi Casper Ruud e Felix Auger-Aliassime si sono schierati rispettiva­mente a Ginevra e Lione. Il norvegese già lo scorso anno, prima della finale a Parigi, si preparò vincendo sulla terra svizzera. «Nel 2011 con Peng Shuai arrivammo in finale a Bruxelles contro Wozniacki che era numero 1. Se la settimana prima di uno Slam giochi e vai in fondo vuol dire che stai bene. Hai già trovato le sensazioni che gli altri hanno cercato in allenament­o», conclude Baraldo, garantendo per lo scandinavo.

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