Corriere dello Sport

Red Bull sanno solo far record

Il GP di Monaco doveva essere un jolly per le altre Con il successo di Montecarlo ora puntano agli otto di fila E non hanno voglia di fermarsi...

- Di Giorgio Burreddu

Ma sì, che faccia pure il modesto. «I record dipendono dalle macchine». Chissà se Max Verstappen crede fino in fondo a quello che dice o se la sua è tutta una grande, geniale rappresent­azione. Che importa. Quel che conta è che le Red Bull dominano. Anzi, volano. Anzi no, sembrano imbattibil­i. Monaco doveva essere il jolly per le altre scuderie, una pista capace se non altro di ridare l’illusione di avere un Mondiale ancora vivo, aperto, indefinito. E la Ferrari, nei pronostici, doveva essere quella con più chance. Invece la Red Bull ha vinto anche lì, di nuovo, e adesso il conto dei gp consecutiv­i messi a segno da inizio stagione è salito a 6. Cioè: tutti. Chiaro: tutti i gp dell’anno non li ha mai vinti un unico team e sembra difficile che succeda. Ma certo la Red Bull sta viaggiando a un ritmo indiavolat­o mentre le altre arrancano e si affannano a cercare soluzioni, persino compromess­i.

PROSSIMO STEP.

L’obiettivo nel mirino delle Red Bull adesso è quello degli 8 gran premi consecutiv­i conquistat­i in un mondiale. Quel record lo avevano messo assieme le frecce nere di Hamilton e Bottas nel 2019, mica una vita fa, e l’impression­e è che il traguardo non sia certo impossibil­e da tagliare. Al contrario. Intanto, con la vittoria a Montercarl­o le Red Bull hanno superato anche un record che condividev­ano con la mitica Ferrari del 2004, con Schumacher che aveva vinto i primi cinque gp di fila della stagione. Ora la Red Bull sta in compagnia di un altro duo spettacola­re: quello formato da Hamilton e Rosberg, che nel 2014 vinse appunto i primi sei gran premi, dall’Australia a Monaco. Ormai anche le dichiarazi­oni sembrano un copione già scritto. Dopo il traguardo di Montecarlo, Max si è lanciato nella solita battuta. «È stata una gara abbastanza difficile perché noi avevamo le medie e non volevamo andare lunghi. Stava arrivando la pioggia, c’era del graining ed è stato complicato guidare».

UNDICI CONSECUTIV­I.

Tra una complicazi­one e l’altra, Verstappen ha già messo una bella bandierina sul titolo. Alle altre cosa resta? Nel 1988 la McLaren di Ayrton Senna e Alain Prost arrivò a metterne in fila 11 vittorie. Solo la Ferrari riuscì a creare una specie di intermezzo, una pausa tecnica, a Monza, dove Berger vinse regalandos­i una giornata di gloria. Quel dato, di undici gp consecutiv­i, sembra proprio alla portata delle Red Bull. Non è un’ossessione nella testa di Horner, ma lui non è uno che si fa scappare le chance di (ri)scrivere la storia. E poi, Verstappen o Perez, le due macchine viaggiano a velocità supersonic­he. Al punto che nessuno, ormai, sembra più preoccupar­si se nei giorni pre-gara, qualifiche o prove che siano, l’olandese e il messicano viaggiano con meno ritmo. È la gara che conta, e quella proprio non la sbagliano. In Spagna, prossimo impegno, qualche team porterà innovazion­i tecniche. Ma il succo resterà lo stesso: più che una scintilla aerodinami­ca, per battere queste Red Bull ci vorrà un miracolo.

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GETTY La festa di Max Verstappen (25 anni) con il Team

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