Corriere dello Sport

«Voglio restare ma meritiamo di più»

La notte di Budapest chiarisce la posizione di Mou che consola tutti e commosso ringrazia i suoi tifosi con la squadra Mourinho sfida il club sul futuro «Sono stanco di fare tutto: allenatore, comunicato­re e anche quello che protesta»

- Di Jacopo Aliprandi INVIATO A BUDAPEST

Sarà difficile superare la delusione della sconfitta nella finale, ma la Roma dovrà già dalle prossime ore pensare a chiudere nel migliore dei modi la stagione per assicurars­i il posto nella prossima Europa League. Un momento difficile per la squadra che aveva creduto di poter alzare la seconda coppa europea consecutiv­a, le lacrime a fine partita dei giocatori e la delusione inevitabil­e della Roma e dei suoi tifosi, ma anche la consapevol­ezza di un cammino lungo, estenuante, ma affascinan­te: i romanisti sono orgogliosi della squadra di Mourinho, la Roma è uscita a testa alta da un percorso a ostacoli e da una finale che resterà in ogni caso nella storia. Da Ludogorets a Budapest, un cammino lungo 8 mesi e 15 partite. Una sfida portata avanti dai giocatori e dallo Special One che, commosso, dopo la partita ha guidato la squadra sotto la curva dei tifosi romanisti a dire grazie. Commosso. Tra gli applausi dello stadio.

IL FUTURO.

«Siamo morti di stanchezza. E siamo morti perché pensiamo che sia un risultato ingiusto. Con un arbitro che sembrava spagnolo: Lamela doveva prendere il secondo giallo e poi ha segnato uno dei rigori», dice Mourinho. «Però siamo orgogliosi: possiamo perdere una partita ma non la dignità personale. Ho perso la prima finale dopo cinque ma torno orgoglioso come mai, i ragazzi hanno dato tutto. Le lacrime di Dybala? Siamo attaccati alla maglia, siamo umili e seri, diamo tutto. Ognuno reagisce in un modo, con o senza pianto siamo tutti tristissim­i». Capitolo futuro: «Vado in vacanza lunedì: se avremo il tempo di parlare lo faremo, altrimenti si vedrà dopo. Io devo lottare per questi ragazzi e lottare per loro significa oggettivam­ente che non posso dire che rimango. Ma non ho avuto nessun contatto con altri club dopo quello di dicembre con la Nazionale portoghese: ho un contratto con la Roma, la situazione è questa. Se avessi un contatto con altri lo direi subito alla società».

LA SFIDA. Poco dopo, a mente fredda, chiarisce il suo pensiero. «Sono stanco: io voglio restare, ma credo che tutti meritiamo di più. Io merito di più, i miei giocatori meritano di più. Sono stanco di essere quello che fa tutto: l’allenatore, il comunicato­re, quello che protesta con gli arbitri. Quello che dice che ci hanno derubato». Il gm Tiago Pinto ha lasciato dubbi sulla permanenza del tecnico: «Sappiamo che il calcio ha sempre sorprese e non possiamo mai garantire al 100% quello che succederà in futuro, ma da parte mia l’intenzione è proseguire il lavoro insieme». Un pensiero angosciant­e per i romanisti che da mesi stanno chiedendo a gran voce la permanenza di Mou. La finale persa e l’addio sarebbero una doppia delusione difficile da smaltire.

Pinto conferma «Nel calcio non è possibile garantire al 100%»

LO SPEZIA. Il tecnico dovrà preparare comunque la squadra per lo Spezia ma domenica non sarà in panchina per squalifica. La Roma dovrà lavorare per confermare la partecipaz­ione alla prossima Europa League. Aspettando le decisioni dell’Uefa sulla Juve, la gara dovrà essere giocata fino in fondo per ritentare l’assalto europeo. Con o senza Mourinho? Il grande dilemma.

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