Corriere dello Sport

TUTTI GLI UOMINI DI ADL

De Laurentiis lavora al dopo Spalletti e seleziona profili italiani e stranieri per la panchina del Napoli Da Conceiçao, Nagelsmann e Italiano a Benitez Colloqui, idee, offerte: il casting dell'allenatore

- Di Antonio Giordano NAPOLI ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo l’addio di Lucio è partita una selezione che include già molti nomi Nuovi candidati e vecchi amici come Rafa Per il tedesco ex Bayern e il portoghese c’è il problema di una clausola da 10 milioni che coincide con una frenata Luis Enrique tra Premier e Psg Le piste italiane si apriranno a fine stagione

Alla fine del tunnel dev’esserci per forza la luce: e basta aver pazienza, orientarsi tra i propri pensieri, annusare l’aria e poi farsi largo con un po’ del proprio passato. Aurelio De Laurentiis ha cominciato nel 2010 a far di testa sua, quando Edy Reja gli spiegò ch’era finito il ciclo (anche all’epoca si usava): si guardò in giro e scelse Donadoni. E poi Mazzarri. E poi ancora fino a Spalletti. Nel ruolo, Adl si è calato completame­nte, vuole assorbire la natura del suo probabile o presunto allenatore, ha deciso di agire sempre in prima persona, senza però mai depotenzia­re i ds, che lasciano spazio al suo intuito: Rafa Benitez fu un’illuminazi­one di Riccardo Bigon, a sua volta ispirato da un amico, però a Londra ci andò anche il presidente. Cercava conferme. La mattina in cui Rafa andò via, Adl prese un charter, atterrò a Madrid, rimase qualche ora in una saletta con Unay Emery, poi tornò a Roma, sentì ancora Sinisa Mihajlovic, dialogò un po’ con Montella, e però rispolverò le immagini di Milan-Empoli, la partita che lo aveva stregato: scusi, Sarri, perché non ci vediamo al Vesuvio? In tre anni nacque un movimento, il Sarrismo divenne un sostantivo degno della Treccani, poi decise di volare altissimo, prendere il più grande, uno dei totem di questo calcio, e portò Ancelotti in una locandina di un film. Sarebbe uscito dal ruolo solo quando fu spinto all’esonero di Carletto, che non gli è mai andato giù, e però per il dopo-Gattuso si è di nuovo impadronit­o di se stesso, ha invitato Allegri a cena a Roma per quattro volte, ha flirtato con Mendes e Coincecao, ha voluto conoscere Italiano e alla fine ha scelto Spalletti, del cui decisionis­mo si era invaghito.

IL SUO TIMER.

Non ha mai perso tempo, De Laurentiis: Benitez fu definito il 27 maggio del 2013; Sarri l’11 giugno del 2015, poco meno di una settimana dopo la cena sul terrazzo di un albergo; Ancelotti arrivò il 24 maggio, quaranta giorni dopo il loro primo incontro; e Spalletti è stato annunciato il 29 maggio, a sei giorni dalla disfatta con il Verona. Stavolta il campionato lo spinge al di là delle sue abitudini, si chiude do

La linea societaria esclude l’ipotesi di pagare un club per un tecnico 9 ALLENATORI DAL 2004

menica, tutta colpa del Mondiale in Qatar, e poi c’è ormai una scelta filosofica da assecondar­e: «Inseguiamo un allenatore che giochi con il 4-3-3».

CCOMECLAUS­OLA.

Sergio Conceiçao gli piace ma va di 4-4-2 oppure con il rombo: la telefonata con Jorge Mendes è stata esplorativ­a, ha aiutato a comprender­e che margini ce ne potrebbero essere, però la clausola di 10 o 15 milioni è un ostacolo, un impediment­o o sempliceme­nte una frenata che ha già spinto a meditare a lungo. Non ci sarà esborso di danaro per liberare una figura a cui affidare il Napoli.

VINCENZO M’È AMICO.

Su Vincenzo Italiano c’è una letteratur­a ampia, la visita nello spogliatoi­o dello Spezia dopo la vittoria a Napoli, il lungo confronto nel 2021, i pubblici compliment­i. Prima, però, c’è la Fiorentina, con la sua finale di Conference e il rispetto che si deve a chiunque, Commisso in testa: non si parla al conducente, non ora. Ma dopo, con il permesso del presidente, si potrebbe.

BRASIL.

Tra quelli del 4-3-3, e con radicate convinzion­i, c’è Thiago Motta: ha 41 anni, un phisique du role ma pure una squadra, il Bologna, fino al giugno del 2024, messo in crisi però dal cosiddetto «piano di rientro dal deficit», introdotto da Joey Saputo, il presidente rossoblù. Thiago Motta è un’idea ricorrente, che sta lì in attesa degli eventi.

Il primo obiettivo resta continuare la crescita in Champions

STAR.

De Laurentiis ha incontrato gli agenti di Nagelsmann, che è stato esonerato dal Bayern ma andrebbe «svincolato» con una pena da 10 milioni di euro, e di Luis Enrique ha registrato la preferenza per la Premier. E però adesso tra i suoi pensieri sta ricomparen­do un amico del quale si fida ciecamente: si chiama Rafa Benitez, fu la prima soluzione dopo il crollo di Verona di gennaio 2021, è l’allenatore che gli ha dato una visibilità e una statura internazio­nale, ama il 4-2-3-1 però con inclinazio­ne allo spettacolo ed è elastico, nel 4-3-3 ci sta uno con quella sua cultura. Ed è quello della prima rivoluzion­e. La memoria è un bunker.

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