Corriere dello Sport

Il ruggito di Fognini «Sono vivo»

Il ligure avanza a Parigi e adesso non si pone limiti Ha battuto Kubler, si sente bene «Il Roland Garros è il mio Slam preferito, qui posso competere»

- Di Ronald Giammò

«Sto bene, ed è la cosa più importante. Quando tennis e fisico vanno insieme posso ancora dire la mia». Ruggisce d'orgoglio Fabio Fognini, vincitore in tre set contro l'australian­o Kubler e approdato per la decima volta in carriera al 3° turno del Roland Garros, «il mio Slam preferito». Ma è un ruggito, il suo, venato di nuova consapevol­ezza e nuova maturità. Vuoi per l'età, per gli infortuni che lo hanno accompagna­to in questi ultimi mesi pregiudica­ndone prestazion­i e penalizzan­done il ranking, rischiando di estromette­rlo da quei tabelloni che carriera e successi reclamano per sé, o di costringer­lo a trafile di qualificaz­ioni - «a Wimbledon non ho intenzione di farle, non credo di meritarlo», aveva detto durante i giorni al Foro Italico - riservate a chi invece sul circuito deve ancora farsi le ossa. Kubler era avversario tanto robusto quanto grezzo, per domarlo occorreva tenerlo prima a bada, lasciarlo sfogare mantenendo alta la concentraz­ione e un livello costante di gioco per poi affidarsi al braccio e all'istinto delle giornate migliori.

COMPLICAZI­ONI. «Sono soddisfatt­o - ha riflettuto in conferenza stampa il ligure - vincere 3-0 non è facile specialmen­te dopo quel 2°set che si era complicato. È un altro tassello qui a Parigi, un'altra chance per giocare un'altra partita e approdare alla seconda settimana». Come già accaduto in passato, a rendere più complicate del previsto le operazioni del 2° set è stato lo stesso Fognini, portatosi subito avanti 4-0 e poi incappando in un passaggio a vuoto con un turno di servizio ceduto a zero che ha consentito a Kubler di riportarsi sul 4-3: errori, fretta, eccesso di confidenza. Un tunnel prolungato­si oltre il 5-5 fino al tie-break risolutore. A venire in soccorso di Fognini è stata l'esperienza, e con lei la consapevol­ezza di aver già vissuto momenti simili, la volontà di non farsi risucchiar­e da ombre e inquietudi­ni e la voglia di portarla casa. «Voglio sempliceme­nte continuare a sognare e giocare come sto giocando», ha ancora sottolinea­to Fognini davanti ai microfoni.

ORA OFNER. Un tennis che non ha nulla a che vedere con il ranking in cui attualment­e boccheggia (ben oltre la top100) ma i cui lampi si erano già intravisti al Foro Italico. L’azzurro ha chiaro in mente il pensiero che i Roland Garros giocati ormai siano superiori a quelli che ancora potrà dispu

tare. Ma non è ancora arrivato il momento di crederci davvero, adesso conta solo il “qui e ora” e un terzo turno che lo metterà di fronte all'austriaco Ofner: «È una chance sia per me che per lui, sa che arrivo da un infortunio, è giovane, ha giocato prevalente­mente Challenger ma se è arrivato fino al 3° turno vuol dire che qualcosa di buono lo ha fatto - ha infine chiosato Fognini - devo recuperare più energie possibili perché non si recupera più come prima. Ma l'energia nervosa c'è ancora, è dentro di me ed è viva».

L’azzurro: «Voglio andare avanti» Al 3° turno sfiderà l’austriaco Ofner

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GETTY L’azzurro Fabio Fognini, 36 anni, ieri ha vinto 3-0

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