Corriere dello Sport

Alessio, la felicità è oro «Io più forte di tutto»

Lo ha premiato il presidente Cito «Gara difficile, gestita benissimo» Il d.t. Nolano: «Grande risultato»

- Di Erika Primavera

La macchina del tempo ha ripreso a funzionare e l’ha riportato a quattro anni fa. Un salto indietro fino a Manchester 2019 per dire che lui è ancora lì. Non ha mai smesso di esserci, magari ha solo spinto il tasto pausa fino a Baku. L’oro mondiale stavolta per Simone Alessio ha il sapore di «una felicità nuova. L’aveva già provata "un me" diverso da quello che sono oggi, ero un ragazzino di 19 anni mentre ora sono praticamen­te un uomo con tanta esperienza alle spalle e tanti periodi negativi», racconta a tarda sera con la tv accesa sulla finale della Roma mentre la testa vola alle delusioni di Tokyo, quando fu eliminato ai quarti dell’Olimpiade, e a Guadalajar­a lo scorso novembre, quando salutò le speranze iridate addirittur­a ai sedicesimi. «Se questo è il modo per uscirne, spero di avere molti altri periodi brutti». Intanto bentornato, Simone.

PROVA.

Che fosse il suo giorno si era capito dalla vittoria ai quarti (categoria -80 kg) contro il detentore del titolo iridato, il sudcoreano Woo-hyeok Park. La prova più difficile, forse, per l’azzurro campione europeo in carica e primo sia nel ranking olimpico che in quello mondiale. Quindi il 2-0 in finale allo statuniten­se Carl Alan Nickolas. «Se devo scegliere un aggettivo, dico che Simone nel suo cammino è stato molto, molto intelligen­te - spiega il d.t. della Nazionale, Claudio Nolano - E lo dimostra il fatto che ha incassato pochissimi punti. È stata la sua qualità migliore. È un grande risultato ma non pienamente soddisface­nte perché potevamo conquistar­e almeno un’altra medaglia. Ma sono convinto che con la determinaz­ione vista fin qui, possiamo chiudere in bellezza il Mondiale».

PODIO.

Il Tricolore sulle spalle e il saluto militare in pedana, «ormai il mio modo di dire grazie a tutte le persone che per me ci sono state sempre». Poi la mano sul cuore e gli occhi chiusi sul podio, durante l’inno. A premiare Alessio è stato il presidente della FITA, Angelo Cito, al quale principalm­ente era rivolto il saluto. «Una grandissim­a prestazion­e, lo riconferma campione del mondo dopo il titolo del 2019. Entra nella storia come primo atleta a conquistar­e due titoli mondiali e questo lo colloca tra i grandi di questo sport - sottolinea emozionato il numero uno federale - È stata una gara molto difficile ma che lui ha saputo gestire benissimo».

VITO.

A festeggiar­e l’amico e compagno di allenament­i c’era anche Dell’Aquila, con la mano destra fratturata avvolta dal tutore e il braccio appeso al collo. L’oro olimpico di Tokyo rientrerà oggi come da programma e nei prossimi giorni farà tutti gli accertamen­ti per escludere l’intervento chirurgico. Niente da fare per il Grand Prix di Roma, i tempi di recupero dicono che bisognerà aspettare un mese.

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Simone Alessio, 23 anni, festeggia l’oro con il saluto militare

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