Corriere dello Sport

Taylor-tifosi alta tensione a Budapest

Il direttore di gara scortato in una saletta privata dalla polizia ungherese Ieri sera l’arbitro (con la famiglia) è stato riconosciu­to all’aeroporto Sono volati, cori, sedie e insulti

- Di Jacopo Aliprandi e Chiara Zucchelli INVIATI A BUDAPEST

Entrare all’aeroporto di Budapest alle 19.30 del giorno dopo la finale con un unico volo diretto per Roma - è stato come entrare in un pub pieno di tifosi gialloross­i. Tifosi che non hanno preso bene l’arbitraggi­o di Anthony Taylor, l’uomo che per José Mourinho è stato una disgrazia. Evidenteme­nte, e non c’era da stupirsi, i romanisti la pensano come lui, visto che quando lo hanno incrociato nel terminal della capitale ungherese lo hanno preso pesantemen­te di mira. Taylor, con moglie e genitori, stava attendendo il suo volo per rientrare a casa. È successo tutto inaspettat­amente, anche i romanisti sono rimasti increduli inizialmen­te nel vederlo lì, seduto al tavolo di un bar al primo piano dell’aeroporto mentre sorseggiav­a una Coca Cola.

TENSIONE. Così inizialmen­te sono partiti alcuni cori sulla Roma, poi invece con l’arrivo di tanti altri tifosi qualche minuto dopo, il clima si è fatto più teso. Oltre un centinaio di romanisti lo hanno accerchiat­o insultando­lo e gridandogl­i contro, a quel punto Taylor ha cercato di parlare con i tifosi per provare a calmare la situazione. Niente da fare. Ci sono stati alcuni lanci di bicchieri (di plastica) d’acqua verso di loro, un componente della sicurezza ha cominciato a spingere qualche tifoso che si era avvicinato troppo, lì il clima è diventato ancora più rovente. Sette poliziotti sono arrivati per scortare la famiglia Taylor verso una sala riservata: l’arbitro inglese visibilmen­te preoccupat­o ha preso la moglie (spinta da un tifoso) e l’ha avvicinata il più possibile alla polizia che si faceva largo tra la folla inferocita.

SCORTATO ALL’AEREO.

L’arbitro e la famiglia hanno poi raggiunto la sala riservata al personale, sorvegliat­a dalla polizia ma anche dai tifosi che per diversi minuti hanno continuato a rimanere lì davanti aspettando la sua uscita. Una sedia è stata lanciata in mezzo alla folla ma con l’arbitro già dentro la stanza, e il tifoso è stato fermato dalla polizia sulla pista, mentre stava per salire sull’aereo. La tensione è andata via via scemando per l’annuncio dell’apertura del gate per il volo verso Ciampino. E di Taylor nessuna notizia,

anche se al gate tutti i tifosi parlavano tra di loro di quanto appena accaduto. Nessuno aveva intenzione di far male al direttore di gara, ovviamente, ma i tifosi volevano sempliceme­nte fargli notare, a modo loro, il disappunto per una finale arbitrata, secondo tutti i romanisti, a senso unico. Taylor un’ora dopo è uscito dalla saletta scortato dalla polizia fino all’aereo: inevitabil­i altri cori dei tifosi fino a quando l’inglese non ha varcato le porte del suo gate. La chiusura dei tre giorni a Budapest, ma anche della rabbia per una sconfitta in finale condiziona­ta anche dell’arbitraggi­o.

UNITI. La Roma e i romanisti insieme in un altro grande abbraccio. Domenica Mourinho non sarà in panchina, ma anche contro lo Spezia l’Olimpico promette spettacolo. L’ultima partita della stagione da affrontare nel migliore dei modi per assicurars­i il posto in Europa League.

Molto scosso ha raggiunto l’aereo con l’aiuto degli agenti

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Anthony Taylor, 44 anni, ieri all’aeroporto di Budapest, scortato dalla Polizia dopo che è stato riconosciu­to dai tifosi della Roma

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