Corriere dello Sport

Inter a quota 100 Due gare per farcela

Solo il Napoli ha segnato più gol in Serie A Ma la voglia di record fa i conti con la realtà: gestire le energie col Torino è l’obiettivo principale I nerazzurri vogliono la centesima rete in stagione e Dzeko, in scadenza, punta subito alla tripla cifra d

- Di Giorgio Coluccia MILANO

Quota cento può essere una delle tappe che conducono alla sfida più attesa. Alla finale di Champions manca quasi una settimana, domani l’Inter sfida il Torino nell’ultima di campionato e potrebbe mettere a segno il centesimo gol di una stagione infinita, cominciata lo scorso 13 agosto a Lecce. Contro la squadra di Juric molto dipenderà dalle scelte di Simone Inzaghi in chiave Istanbul, ma nell’avviciname­nto alla finale di Champions l'attenzione è tutta per quei tre davanti - Lautaro, Lukaku e Dzeko che fin qui tutti assieme hanno messo la firma su più della metà delle reti nerazzurre (56 su 99) in tutte le competizio­ni. In un’ottica di turnover è difficile che uno degli attaccanti giochi tutti i 90’ contro i granata, proprio per preservare uno dei reparti più importanti, attorno al quale ruota il grande dubbio europeo: Lukaku o Dzeko come spalla di Lautaro contro il City?

GRANDI NUMERI. Con la qualificaz­ione alla prossima Champions già in cassaforte, resta ancora sul tavolo la possibilit­à di agguantare il secondo posto in classifica (la Lazio è a +2), ma non sarà certo una priorità e le rotazioni di formazione in casa del Toro lo testimonie­ranno. Il bottino stagionale di reti conferma l’ottimo cammino compiuto dai nerazzurri, che in campionato in termini di rendimento offensivo sono l’unica formazione a poter guardare da vicino il Napoli, con 70 gol all’attivo rispetto alle 75 dei partenopei. Rapporti di forza ravvicinat­i anche per la classifica cannonieri, dove Osimhen a una giornata dalla fine guida con 25 centri rispetto ai 21 di Lautaro e a distanza siderale da tutti gli altri. La forma strepitosa dell’argentino va preservata in vista della finale, i suoi 28 gol stagionali lo confermano una volta di più come il bomber della squadra e alle sue spalle rispecchia­ndo la scelta da compiere in vista della sfida contro la squadra di Guardiola - c’è il tandem Lukaku-Dzeko con la perfetta parità di 14 reti a testa a due match dalla fine della stagione. Per l’ex Roma e City però i minuti giocati sono ben di più (2801 contro 1865) rispetto a quelli di Big Rom, frenato dagli infortuni e da una condizione non ottimale nella prima parte di questa stagione.

COLPO DI CODA. C’è una quota cento in ballo anche per lo stesso Edin Dzeko, che nelle prime due stagioni in nerazzurro è arrivato a 99 presenze e adesso deve convincere Inzaghi a dargli una maglia da titolare nella finale di Champions. Il tecnico piacentino si è sempre affidato al bosniaco nelle sfide chiave di questa annata, dalla Supercoppa alla finale di Coppa Italia, anche se il recente ruolino in area avversaria di Lukaku rende non semplice la scelta per la finalissim­a. Da qui dipenderà in parte anche la partita che i nerazzurri vorranno condurre contro gli inglese a livello tattico. Dal canto suo Dzeko in termini di reti è stato ben più prolifico fino a metà gennaio, poi è andato a segno soltanto nella sfida di campionato contro il Verona (doppietta) e nella semifinale europea d’andata contro il Milan. A prescinder­e il finale di stagione per il goleador di Sarajevo sarà uno snodo cruciale, considerat­i i 37 anni e il contratto in scadenza con l’Inter a fine giugno.

Lautaro la star Ha segnato come Edin e BigRom messi insieme

Barella (9 gol) e Dimarco (6) gli altri “bomber” della squadra

IN CASA. Dopo gli attaccanti, in termini di reti chi ha contribuit­o di più quest’anno sono Barella (9) e Dimarco (6) mentre Calhanoglu si è fermato a 4 e avrà lo stimolo in più di poter giocare nella “sua” Istanbul, come del resto potrà fare Gundogan nella formazione di Guardiola. L’ex Milan ne ha parlato a Mediaset Infinity, mandando un chiaro messaggio a Haaland e compagni: «Voglio essere il primo giocatore turco a vincere la Champions nel mio Paese. Adesso è normale sognare un po’ e spero che questo sogno si realizzi».

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