Corriere dello Sport

Dopo Haaland Ogbonna sceglie «Jovic o Cabral? Pronto a tutto»

Al West Ham è di casa e sogna la Conference «So chi preferirei marcare viste le mie caratteris­tiche, a Italiano però non voglio dare vantaggi»

- Di Giorgio Marota Come Scamacca?

Comunque vada a Praga, lui soffierà le bolle per sempre. «I’m forever blowing bubbles» cantano i tifosi del West Ham. E con loro Ogbonna, da 8 stagioni un leader dalle parti di Stratford. «Non ho mai rinnegato le mie origini, anche se qui a Londra mi sento a casa. Forse il destino ha voluto che ci fosse un’italiana a dividere il mio West Ham da un titolo europeo». Alla finale di Conference mancano solo cinque giorni e qualcuno dice che sarà l’ultima di Angelo coi martelli sul petto.

Ogbonna, togliamoci subito il pensiero: chi la vince?

«Lo sta chiedendo a un italiano, la risposta è scaramanti­ca: “La migliore”»

E voi vi sentite migliori?

«Siamo forti, ma dovrà dirlo il campo. Io non mi fido mai».

Bello essere il secondo azzurro per presenze in Premier dopo Zola?

«Centonovan­ta, insieme a Di Canio, un record di cui vado orgoglioso. All’inizio non mi aspettavo di poter passare così tanti anni in una sola squadra».

Com’è il calcio inglese, visto da dentro?

«La gente qui paga il biglietto perché vuole vedere intensità, velocità e spettacolo. E ti incita a fare qualcosa di più di una partita tattica. Per noi difensori è un duro lavoro, soprattutt­o quando hai a che fare con gente tipo Haaland».

Il suo giudizio sulla Serie A?

«Ha portato tre squadre nelle finali europee, ora è al top».

Ogbonna, lei ha il contratto in scadenza. Cosa succederà a fine giugno?

«Ne stiamo parlando, attendiamo la fine della stagione. Io qui mi sento in famiglia, amo il club e i tifosi. E continuere­i a dare tutto per il West Ham».

Dopo un 6° e un 7° posto, come spiegate la 14ª posizione e i 40 punti di quest’anno?

«Per noi è stata una stagione di transizion­e, io venivo dalla rottura dal crociato e il club ha lanciato tanti giovani che faranno grandi cose qui». «Non posso dirlo, sennò si monta la testa (ride, ndr.)».

In Italia ci sono grandi aspettativ­e su Gianluca.

«Ha tanta qualità. Il problema al ginocchio gli ha causato delle incertezze, ma il futuro è suo».

Com’è percepita la Conference nel Paese abituato a giocarsi la Champions?

«Non la snobbano, qui vogliono vincere tutto ed è bello così».

In coppa 13 vittorie e 1 pari. A Londra pensano che è la coppa degli hammers?

«Yes, la sentiamo nostra e può dare tutto un altro senso alla stagione. Personalme­nte è stata importante per riprendere il ritmo dopo l’infortunio».

In caso di vittoria chi la alza? Lei o Rice?

«Io sono di Cassino, ma a Roma si dice “coi se e coi ma, lo sai do’ vai?».

Giusto, meglio studiare la Viola.

«Voi dite che gioca bene e spreca qualche gol di troppo, giusto? Bene, siamo preparati. È una squadra forte, che palleggia e ama il gioco verticale, con un allenatore ambizioso come Italiano. Rispettiam­o la squadra e rispettiam­o la sua storia. Io sono cresciuto con i gol di Batistuta e le giocate di Rui Costa».

Da difensore, è meglio marcare Jovic o Cabral?

«Chi gioca titolare?».

È l’eterno ballottagg­io.

«Anche io fossi in Italiano avrei tanti dubbi: sono entrambi tanta roba. Non vi dico chi preferisco per le mie caratteris­tiche sennò lui fa giocare l’altro».

La Juventus la segue ancora?

«Sempre, l’ho lasciata in finale di Champions e non è bello trovarla in questa situazione».

Punti guadagnati, tolti, ripresi e tolti ancora. Cosa si è detto in Inghilterr­a del caso Juve?

«Che è stato un campionato abbastanza falsato perché la squadra i punti li ha fatti sul campo. La giustizia non dovrebbe essere così ambigua. Non entro nel merito, ma penso che come Italia abbiamo dato all’esterno la sensazione di essere poco credibili».

Perché non la vediamo più in Nazionale?

«Lei lo sa? Io no e non ho mai smesso di amare la maglia azzurra».

Qualcuno sostiene che un italiano abituato a giocare in Premier farebbe comodo. Con Mancini c’è mai stato un confronto?

«No, non ho mai contestato le scelte del Ct e con lui non ci sono mai state incomprens­ioni. Anzi, se lo sentite fategli sapere che la mia porta sarà sempre aperta».

«Aspetto Mancini ma la Premier non la lascio. Juve? Così tutto falsato»

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GETTY Angelo Ogbonna e Haaland a contrasto
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