Corriere dello Sport

Con le modifiche sarà una Ferrari in salsa Red Bull

Stamani Sainz prova la SF-23 con le fiancate spioventi: passa anche a Leclerc se funziona

- Di Fulvio Solms

«Non è una cosa che ci cambia la vita» è un po’ fastidioso da ascoltarsi dopo tanti rinvii. E dire che fino a un mese fa i tecnici ferraristi sentivano di poter sbloccare il potenziale della SF-23 con le modifiche previste tra Miami e Barcellona, per inseguire e braccare la Red Bull.

Sappiamo com’è andata: Imola è saltata, le novità sono tutte slittate al Montmelò - dunque a oggi, giornata in cui toccherà affastella­re uno sull’altro più esperiment­i - e sentir dire ora a Carlos Sainz che queste modifiche non cambiano la vita fa arricciare il naso.

Tutti sembrano voler rivedere la previsioni al ribasso: anche Leclerc ieri ha osservato che «stiamo lavorando per diventare più costanti ma non mi aspetto miracoli, si tratta di portare piccoli sviluppi a ogni gara per andare nella giusta direzione». E’ pure vero che la Ferrari con il flop della SF-23 s’è infilata in un cul de sac mediatico: se tiene le penne basse è deludente, se rilancia con grandi aspettativ­e si espone al rischio di scivoloni, com’è successo a Montecarlo.

CORRETTA. Comunque novità ci sono, e molto visibili, anche se non sono più un punto di arrivo ma di partenza. La SF-23 ha abiurato all’elemento caratteriz­zante delle fiancate larghe e svasate ereditato dalla ben più competitiv­a F1-75 del 2022, per piegarsi alla moda dettata dai bibitari. Dunque pance che spiovono verso il posteriore, con griglie per l’evacuazion­e dell’aria calda classicame­nte verticali. Le novità si originano fin dall’ala anteriore e riguardano il fondo, mentre le sospension­i posteriori non sono state modificate.

Stamattina nella prima sessione di prove libere questa Ferrari rivista e corretta sverrà guidata da Sainz, mentre Leclerc girerà con quella vecchia, in modo che si possano mettere a confronto le due versioni. Se la Rossa-ibridata-Red Bull funzionerà, al pomeriggio l’avranno entrambi. Ieri intanto la Rossa nuova - chiamiamol­a così per capirci - è rimasta celata nei garage, mentre fuori in pit lane le prove di pit stop sono state effettuate con quella vecchia.

SEGRETI IN MINIERA.

Per ciò che riguarda il fondo, miniera in cui si nascondono molti segreti della mattatrice Red Bull, s’immagina che per Ferrari e Mercedes sia una paginetta facile da leggere. Le vetture sollevate a Monaco hanno infatti mostrato una particolar­e sofisticaz­ione del pavimento Red Bull, scolpito con canali Venturi sdoppiati.

«Al momento abbiamo una macchina difficile da guidare in gara - ha spiegato Leclerc -. Abbiamo lavorato per recuperare carico aerodinami­co, non tanto per trovare performanc­e quanto per rendere la vettura più costante e prevedibil­e».

La Ferrari ha puntato tutto sul Montmelò, trattandos­i di un circuito tecnicamen­te significat­ivo, per ricavarne dati sul comportame­nto delle vetture, a cominciare dall’aerodinami­ca: sulla pista catalana il talento del pilota non fa la differenza, e questo è d’aiuto per gli ingegneri.

Leclerc s’è nuovamente sperticato in elogi nei confronti di Fred Vasseur: «Arrivando in squadra ha portato un nuovo modo di vedere le cose. Ci sono stati tanti cambiament­i, piccoli ma che hanno fatto la differenza (oddio, la differenza col 2022 la stiamo vedendo e non sembra sia il caso di fare cortei coi clacson spianati, ndr). Il podio è un obiettivo realistico mentre la vittoria non è alla portata, con questa Red Bull davvero troppo forte».

Vasseur ha inquadrato i problemi col grandangol­o: «Stiamo spingendo come matti. Sarebbe sbagliato pensare che i nostri guai derivino dall’aerodinami­ca. Le prestazion­i giungono da mille altri aspetti: riuscire a produrre velocement­e i pezzi, la strategia, il muretto, i meccanici, i pit stop, l’affidabili­tà». La giornata di oggi rimane comunque cruciale.

Novità nascoste Ieri pit stop di prova con la Rossa classica

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