Corriere dello Sport

A Firenze notte dei 100 tra arte e stelle

Kerley scatta e spaventa tutti «Auguri a Jacobs, ma ai Mondiali non ce ne sarà per nessuno»

- Di Franco Fava

«Faccio gli auguri a Marcell, ma ai Mondiali di Budapest non ce ne sarà per nessuno: doppierò 100 e 200 per vincere due ori». Fred Kerley, parla poco ma esprime concetti diretti nell’atmosfera ovattata dell’affascinan­te Salone dei Cinquecent­o di Palazzo Vecchio. Sguardo all’insù per ammirare gli affreschi di Michelange­lo e Leonardo da Vinci, tra un selfie con il governator­e della Toscana, Eugenio Giani, in gioventù specialist­a dei 400, e le strette di mano ai tanti turisti americani sedotti da tanta bellezza.

Il campione del mondo sarà al centro dell’attenzione stasera nella 3ª tappa Diamond League che Firenze torna ad ospitare per la seconda volta in tre anni. Fa niente se mancherà lo scontro diretto con Jacobs. Saranno 100 metri ad alta tensione comunque. Senza far torto ai tanti campioni che in poco più di due ore trasformer­anno il Golden Gala Pietro Mennea in una sorta di Mondiale vero e proprio, è la gara regina a brillare tra le 15 del programma.

Il 28enne texano è in pista dal 23 febbraio e in tre mesi ha corso e vinto tutte e cinque le gare cui ha partecipat­o gareggiand­o in quattro continenti (America, Oceania, Africa, Asia), dai 400 a Sydney all’ultimo trionfo di 5 giorni fa a Rabat sui 100, passando per Yokohama dove ha firmato con 9”88 il suo crono più veloce di stagione. Kerley è uno che non si formalizza, anche quando corre la meccanica non è mai fluida né elegante. Da quest’anno calza scarpette chiodate Made in Japan: «Per questo sono andato a correre a Yokohama, per aver scarpette su misura». 100 o 400 non fanno così tanta differenza. Prima di essere conosciuto per la rivalità con Jacobs, ha fatto la storia nel 2021 diventando il primo a vincere la Diamond League nei 100, 200 e 400. Distanze corse sotto i 10 secondi, i 20” e i 44”: impresa riuscita solo a Michael Johnson e Michael Norman.

«Non scherzo poi così tanto quando dico che ai Mondiali mi piacerebbe correre anche il giro di pista: ma è umanamente impossibil­e per il programma. Intanto dovrò superare l’ostacolo dei Trials». Che per lui sarà agevole, visto che potrà evitare le micidiali selezioni statuniten­si visto che sui 100 è già qualificat­o come campione uscente.

Kerley non farà corsa a sé. A contenderl­i il sesto sigillo di fila ci sono l’argento e il bronzo dei Mondiali di Eugene, i connaziona­li Bracy (al best stagionale mercoledì sera a Montreuil con 9”93) e Bromell. Cerca il tris al Golden Gala il sudafrican­o Simbine. Mentre il keniota Omanyala, capolista mondiale 2023 con 9”84, vuol rifarsi dopo averle prese a Rabat. In azione per la prima volta tra i grandi dello sprint, anche la novità Samuele Ceccarelli. Dopo la clamorosa conquista del titolo europeo sui 60 indoor a spese proprio di Jacobs, il 23enne di Massa è praticamen­te all’esordio sui 100 (vanta un modesto 10”45 vecchio di due anni). La prima volta tra i big nella corsa della vita. L’ignoto di quei 40 metri tutti da scoprire, dal quale dipende anche il futuro della 4x100 in vista Mondiali.

Anche per questo sarà interessan­te osservare come se la caveranno sui 200 Filippo Tortu e Fausto Desalu, in una gara in cui brillano il baby statuniten­se Knighton e il cubano Mena. Non solo corse. Scintille sulla pedana del lungo con l'intero podio iridato e la beniamina di casa, Larissa Iapichino, tornata a volare sotto la guida di papà Gianni. In quella del triplo con Andy Diaz, italiano di passaporto ma ancora cubano per World Athletics. Dell’asta femminile con il gotha mondiale. Mentre dalla pista attese le magie dell’olandese Bol sui 400 hs con Ayo Folorunso a caccia del record. Con un occhio al tentativo di primato mondiale dei 1500 della keniota Kipyegon.

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Fred Kerley (28 anni) in gara a Yokohama Qui sopra a Palazzo Vecchio a Firenze

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