POTENZA CERIONI
Il Re Mida del fioretto: dopo il flop di Tokyo,richiamarlo nel 2021 la scelta giusta. Lo dicono i numeri È un marchio di fabbrica, da c.t. ha vinto tanto anche in Russia Ora dice: «A Parigi da favoriti, devono avere paura di noi»
Una cascata d’oro nell’arma che da sempre è la nostra prediletta. Stefano Cerioni è il Re Mida che il fioretto azzurro stava cercando per arrivare all’Olimpiade di Parigi con le lame predisposte per infilzare più medaglie possibili e diradare i fantasmi degli “zeru tituli” di Tokyo. Da quando è stato richiamato dal presidente della Federscherma Paolo Azzi a guidare le due squadre italiane è stata una messe di trionfi. Così tante gemme che manco una gioielleria e, in appena due stagioni, i numeri sono da capogiro. Con un’attenzione particolare al metallo più prezioso: 21 vittorie tra Coppa del Mondo e Grand Prix, 7 titoli continentali tra il 2022 e 2023, arricchiti da cinque corone iridate. «A Parigi meglio arrivarci da favoriti, piuttosto che da outsider. Sono gli altri che devono aver paura di noi e non noi di vincere»: un grido di battaglia che la dice tutta sul tecnico che tutto il mondo ci invidia.
Le esperienze fatte girovagando per il mondo, l’hanno arricchito e trasformato in un c.t., se possibile, ancor più vincente e preparato, come racconta lui stesso: «Dieci anni fa era un Cerioni diverso, con minor esperienza, mentre ora mi sono arricchito sia sotto l’aspetto umano sia sotto quello schermistico. I quattro anni in Russia hanno ampliato i miei orizzonti, perché in Italia prima ero un d.t. che lavorava in un club e poi mi riunivo con la Nazionale, mentre là eravamo in collegiale perenne».
Uno dei capolavori al Mondiale di Milano è stata la gestione dell’insidiosa finale a squadre femminile, in cui la Francia ha tenuto a lungo sotto scacco il Dream Team. Visto il calo fisico di Arianna Errigo, il cinquantanovenne biolimpionico non ci ha pensato due volte e, nell’ultimo assalto, ha gettato nella mischia Francesca Palumbo. «Dopo il tris dell’individuale, tutti parlavano dell’impossibilità di perdere la gara a squadre ma, come avete visto, è molto facile andarci vicino - spiega - Sono quei particolari che fanno la differenza. Arianna ha fatto tantissimo e, con quello che ha passato per arrivare a questa rassegna, non potevo chiederle davvero di più. Speravo di arrivare in vantaggio all’ultimo assalto e Francesca mi dava la certezza di poterla provare in un contesto così difficile. Poco prima vedendola incredula e impaurita le avevo detto che non avevo dubbi sul fatto che ci avrebbe portato alla vittoria e, poco prima di salire, che doveva farmi un bel sorriso e che eravamo tutti sereni. Così le ho detto: “Scaldati, che devi tirare tu”. Lei è entrata e ha fatto il suo dovere».
Poker europeo, tris mondiale: un 2023 quasi perfetto con l’unico neo della gara a squadre maschile di Milano terminata al quinto posto: «È stata una rassegna iridata meravigliosa, mi dispiace per i ragazzi, che hanno avuto qualche acciacco fisico, ma non è mai facile vincere e a volte bisogna solo dire bravi agli avversari. Certo, avrei preferito l’oro, ma questa sconfitta ci deve servire da lezione e voglio che arrivino all’Olimpiade con la convinzione di essere i più forti. La prossima stagione servirà per consolidare quest’idea, perché a Parigi tutti vorranno vederci vincere e noi dobbiamo farci trovare pronti».
Il segreto di questi risultati? «Tanto, tanto lavoro, la coesione del gruppo e la mentalità - replica Cerioni - Alla vigilia di questo Mondiale abbiamo lavorato anche sul fattore casalingo, che doveva essere uno stimolo e non un peso. Per qualcuno lo è stato, per altri un po’ meno, però sono soddisfatto». Con il pass già in tasca tra le donne e molto vicino in campo maschile, la difficoltà sarà comporre i quartetti. O forse no a sentir Cerioni: «C’è chi mi chiede come gestisco tutta questa abbondanza, per me è un privilegio averla, perché posso sempre scegliere il meglio. Tra le donne, le tre del podio individuale si sono portate avanti, ma tutto aperto a chi farà risultati e dimostrerà di avere qualcosa in più».
«L’abbondanza è un privilegio Poi mentalità e tanto lavoro»
Finale a squadre, su Palumbo svela: «Le ho detto solo scaldati e tira»