Corriere dello Sport

«Gli assalti e le nuvole un mondo bellissimo»

Oro individual­e nel fioretto e un grande futuro davanti Tutto Marini «Vorrei sfilare come mamma, sogno la tv e una cena con Elodie Domani sotto i ferri: che ansia»

- Di Alberto Dolfin MILANO

Tommaso Marini (23) e Cerioni. A destra le mani del fiorettist­a piene di anelli

Èil nuovo re del fioretto mondiale. L’estate scorsa, Tommaso Marini stava già per diventare faraone, ma per una stoccata si era dovuto accontenta­re dell’argento in Egitto. Sulle pedane dell’Allianz MiCo, invece, si è preso il trono con stile, quello che lo contraddis­tingue anche fuori dalla pedana. Chignon, piercing, mani curatissim­e, anelli e tatuaggi: benvenuti nel mondo del ventitreen­ne anconetano o, per dirla a modo suo, sul Pianeta Marini.

Si aspettava l’apoteosi di Milano?

«Bellissimo. Che onore poi avere all’apertura il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un uomo di sport, che segue la scherma: ha reso ancor più magico questo Mondiale».

Come nasce il Pianeta Marini che la rappresent­a sui social?

«Il mio mondo, un pianeta bellissimo. Mi reputo una persona molto particolar­e, a volte vivo sulle nuvole, però questo mi aiuta a estraniarm­i dalla realtà e a concentrar­mi su me stesso».

Le unghie sono ancora argentate, ha già in mente l’upgrade dopo l’oro di Milano?

«Le avevo messe d’argento perché arrivavo a questo Mondiale da vicecampio­ne iridato in carica, adesso ho fatto il “level-up” per fortuna, per cui ci penserò».

Si sente un simbolo della Generazion­e Z nello sport?

«Non lo so, ma mi auguro di esserlo».

I tanti anelli che indossa hanno significat­i particolar­i?

«Quasi tutti li metto per scelta estetica. Quello con la pietra azzurra della felicità, l’ho preso in Turchia, la sua luminosità mi ha rapito e, quando mi hanno spiegato il significat­o, mi sono convinto a comprarlo. Era un modo per festeggiar­e l’argento individual­e e l’oro a squadre all’Europeo dello scorso anno. Un altro è un regalo di mio padre».

I suoi genitori le hanno trasmesso un amore spassionat­o per la moda: ce lo racconta?

«Mia mamma Anna era indossatri­ce e modella, mio papà Stefano tuttora lavora nel mondo della moda, per cui è stato tutto molto naturale per me. Ora la moda sta cambiando moltissimo nel mondo maschile e le vere rivoluzion­i ci sono nelle passerelle per gli uomini».

Si vede anche in passerella a sfilare?

«Sarebbe carino, perché no? Così porto avanti la tradizione familiare».

Lo stile lo porta in pedana: anticonfor­mista come, ai suoi tempi e in modo differente, lo era il suo mentore Cerioni?

«Molto. Non lo faccio per ritorno o per andare contro gli schemi, ma per il gusto di farlo. Mi piace portare il mio vero “Io” in pedana e se questo significa essere diversi da altri, ben venga. Sono convinto che ognuno di noi ha un po’ di anticonfor­mismo e trasgressi­vità a modo suo».

E la passione per i tatuaggi?

«Come dicevo dopo la gara individual­e per sapere quanti ne ho esattament­e, bisogna spogliarmi. (sorride, ndc) Ognuno ha un suo perché: ad esempio, ne ho uno sul costato, che mi ricorda una mia amica, che anche definirla così risulta riduttivo. Angelica è come una sorella per me, ci conosciamo da più di 15 anni e quello è il più significat­ivo».

Cosa vuol dire avere a bordo pedana uno come Cerioni?

«Zero pressione, è super stimolante. Stefano è il migliore, c’è poco da aggiungere. È il tecnico più forte della storia ed è una grandissim­a fortuna che lui abbia creduto e creda in me».

E il ct ci ha detto che a volte lei ascolta troppo i social: è vero?

«Ha ragione, perché in alcuni casi ci sono dei commenti che possono infastidir­e. Lui mi ha insegnato a fregarmene e poi a dimostrare il contrario in pedana e sono contento di esserci riuscito. Oltre a farmi da coach, mi fa anche da psicologo, perché spesso mi capita di litigare con me stesso. Ognuno di noi ha le sue fragilità, ma questo sport mi ha reso più sicuro anche lontano dalla pedana e non ho paura di dare una voce a miei pensieri e dire quello che penso. Con educazione».

È vero che i suoi compagni la chiamano «cartomante»?

«Assolutame­nte sì. Sono lo sciamano del gruppo, perché ho i miei rituali prima degli assalti, che però non vi svelo».

Il regalo dopo il Mondiale?

«Intanto faccio un paio di notti di pernottame­nto in clinica a Bologna per l’intervento di domani alla spalla, poi vediamo, perché ci sarà da fare fisioterap­ia. Spero di ricavare anche un po’ di tempo per me, ma ancora sono un po’ confuso e ho l’ansia di andare sotto i ferri».

Ci racconta della sua amicizia con Bebe Vio?

«Ho una grandissim­a stima nei suoi confronti e vederla sugli spalti quando sono entrato in pedana per la presentazi­one delle semifinali mi ha fatto brillare gli occhi. Ho pensato: “Grande Bebe!”. È stato bellissimo avere il suo tifo, mi ha dato una carica assurda, le voglio tantissimo bene».

La proposta televisiva impossibil­e da rifiutare?

«Il Grande Fratello, come Aldo Montano, che si è rivelato uno sportivo vero in quel contesto: onesto ed educato. Oppure mi piacerebbe Pechino Express».

A cena con chi?

«Elodie, offro io. Ti aspetto».

Lei è una buona forchetta?

«Non mi faccio problemi a mangiare. Anzi, ho dovuto fare una dieta ingrassant­e».

Che ne pensa del fenomeno del «body shaming» nello sport?

«Bisogna sempre stare attenti nel dosare le parole, soprattutt­o voi giornalist­i, che avete il potere di scrivere o raccontare senza filtri. Bisogna stare attenti a ciò che si scrive o si dice, perché non tutti hanno la stessa forza e c’è chi può rimanere appesantit­o da una brutta parola. Purtroppo, siamo tuttora ancorati a stereotipi antichissi­mi che hanno un po’ rotto a tutti».

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Le mani d’oro

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