Corriere dello Sport

Folorunso: Il tempo da battere? Al telefono

«Social e chiamate: cerco di ridurre, ma tra squadra e famiglie sono tante. Chi mi vuole bene mi dà forza»

- Di Christian Marchetti

L'indomani del record italiano agli Assoluti di Molfetta sui 400 ostacoli - ossia di quel 54”22, undicesimo tempo al mondo quest’anno che ha migliorato il suo 54”34 dell’anno scorso a Eugene - Ayomide Folorunso aspetta prima di salutare la Puglia. «Mi godo il mare a Bisceglie. Ne ho ancora per un’oretta, perché poi devo rimettermi a studiare».

Oltre alla carriera da atleta e agli studi in medicina, c’è anche l’apparizion­e nel libro “Dear Rebel”, storie e consigli da più di 100 donne di successo tra le quali il mito Allyson Felix. E poi c’è un mondo complicato come quello dei 400 hs dominato dalla statuniten­se McLaughlin e dall’olandese Bol. Domenica sera la 26enne ostacolist­a delle Fiamme Oro di origini nigeriane si è sciolta in un urlo. «Ma ho urlato di più in Slovacchia dieci giorni fa, quando ho corso 54”44. Perché dovevo mettermi alle spalle il brutto 55”63 della gara precedente in Ungheria. In Slovacchia, le modifiche pensate con il tecnico Maurizio Pratizzoli hanno cominciato a funzionare. Sbagliare in Ungheria mi ha fatto bene: il primo passo per la soluzione di un problema è l’individuaz­ione del problema stesso».

L’azzurra si racconta dopo il nuovo record italiano dei 400 ostacoli stabilito agli Assoluti

A quali modifiche si riferisce?

«Non posso dire tutto! Solo che la nuova distribuzi­one dei passi tra gli ostacoli contribuis­ce a rendere la gara più omogenea. Ho la velocità per stare vicina alle migliori al mondo per 2-300 metri. Mi mancava la fluidità sugli ultimi 100 e non poteva essere solo questione di resistenza».

Basteràinq­uestipazze­schi400 ostacoli?

«Che generazion­e incredibil­e, che campioness­e... Sapete però cosa dicono le mamme nigeriane? “Quello non ha due teste, ne ha una come te”. È giusto, e passo dopo passo cerco di avvicinarm­i».

A quali tempi?

«Sono in tante nella finestra dei 54", che stanno diventando ciò che prima erano i 55". Ci si sta stabilizza­ndo su crono che prima sembravano impensabil­i per molte. È interessan­te assistere a questa evoluzione. Tra le donne e tra gli uomini, dove domina Warholm».

Cosa è cambiato invece in lei?

«Credo sia arrivata anche un po’ di maturità. Dai e dai, le cose le capisci e i record cadono. E comunque tutti noi siamo frutto di ciò che abbiamo costruito e che, anno dopo anno, miglioriam­o».

Quale tempo pensa di valere?

«Voglio ancora il personale e, fortunatam­ente, il mio personale coincide con il record italiano... Ma non sono tipo che cerca l'azzardo. Poi però, quando arrivano le manifestaz­ioni importanti come quella di domenica o come i prossimi Mondiali di Budapest, scatta qualcosa che mi porta a dare qualcosa di... extra».

Il messaggio più bello che ha ricevuto?

«Non sono ancora riuscita a leggerli tutti. Dopo la gara ho avuto tante cose da fare; foto e autografi compresi: i tifosi pugliesi mi hanno fatto sentire a casa. Già in fase di riscaldame­nto erano lì a chiedere selfie e io a dirgli: "Facciamo dopo la gara?" Sono stati carinissim­i».

E i social?

«Sto cercando di ridurre il tempo al telefono. Dopo il record ho chiamato però le persone più vicine, a partire dal mio team.

Sono tanti, rischio di dimenticar­e qualcuno. La mia famiglia è importanti­ssima. Mamma e papà (Mariam ed Emmanuel, geologo minerario, ndc) mi sono sempre vicini, anche con le preghiere».

Ci sarà anche una persona alla quale vuole bene in maniera diversa, no?

Studia medicina e sogna in grande «Posso avvicinare anche le più forti»

«No comment! (dire ridendo, ndc) Assolutame­nte! Dico solo che le persone a me care mi offrono un supporto importante e sono la mia forza. Supporto di un altro tipo, quello degli sponsor. Ma non c’è solo il sostegno economico. Sabato gli sponsor hanno organizzat­o un incontro tra me e alcuni studenti. Ho raccontato loro come si arriva a fare certe gare, quante sono le difficoltà. Ho imparato molto anche lì».

«Prima mi era mancata la fluidità sugli ultimi 100: non la resistenza»

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GRANA/FIDAL Ayomide Folorunso (26 anni) subito dopo il record italiano

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