Il Lecco ha vinto sul campo l’ha inguaiato la burocrazia
Caro Cucci, la seguo e l’apprezzo dai tempi del Guerin Sportivo (anniOttanta),ammirandolasua schiettezza e il senso di giustizia verso qualunque squadra. Mi permetta un piccolo preambolo: ho cominciato ad amare il calcio da quando mio padre, nel 1960, mi portò allo stadio Olimpico a vedere la mia Roma e dall’anno successivo col primo album Panini (1961-62 che ancora possiedo) dove campeggiava, sulla copertina,lafiguradiNilsLiedholm. C’eranosololefigurinedellesquadre di Serie A, oltre al Grande Torino. Fra queste c’era il Lecco al secondo anno di Serie A, che avrebbe replicato solo nel 1966-67, annoverandofralesuefilacalciatori del calibro di Abbadie e Angelillo. Da allora, poca Serie B con tanta Serie C e Serie D. Quest’anno, dopo avere disputato un infinito play-offdiSerieC,meritatamentevintoconunosplendidoFoggia, ha guadagnato la Serie B che si è visto,poi,togliereinopinatamente e, soprattutto, ingiustamente per avere scelto uno stadio alternativoalRigamonti-CeppidiLecco che fosse adeguato alle nuove esigenze della Serie B, poco oltre i termini fissati dalla Federazione.SidevesottolinearecheilLecco ha avuto pochissimo tempo a disposizione per operare questa scelta, rispetto al Feralpi Salò (1° nel girone A) che aveva avuto la medesima esigenza. Sono certo che la meritocrazia calcistica sia preponderante di fronte a una scadenza come quella della scelta dello stadio alternativo, peraltro fissata in modo iniquo per il Lecco, reduce da interminabili play-off. Mi appello, lo dico senza piaggeria, al suo innato senso di giustizia e di amore per il calcio, perché ritengo che il suo autorevole parere possa essere di aiuto per eliminare una palese ingiustizia. Se dovessimo lasciare il nostro amato sport in balia dei burocrati, senza far prevalere il merito sportivo, significherebbe che, ormai, quello che mi/ci ha fatto sognare fin da bambini, resterebbe solo circoscritto alla magia delle mitiche figurine Panini oppure alle voci meravigliose di Ameri e Ciotti. Certo di un suo intervento che possa contribuire al ripristino dei valori espressi sul campo di gioco, la saluto cordialmente.
Un mio intervento? Sono con lei, ma non conto niente. Posso solo citare il merito sportivo del Lecco che la promozione in B l’ha conquistata sul campo. In questo momento mi manca Tavecchio che da buon lumbard avrebbe risolto il problema. Anzi, non l’avrebbe neppur fatto nascere. Ho vissuto le stagioni in A con Ceppi presidente e allenatori validi come Camillo Achilli, Angelo Piccioli, Renato Gei con l’ultima apparizione del mitico Eraldo Monzeglio. Storia, non chiacchiere.