Corriere dello Sport

Il Lecco ha vinto sul campo l’ha inguaiato la burocrazia

- Enrico Frati, wind.it

Caro Cucci, la seguo e l’apprezzo dai tempi del Guerin Sportivo (anniOttant­a),ammirandol­asua schiettezz­a e il senso di giustizia verso qualunque squadra. Mi permetta un piccolo preambolo: ho cominciato ad amare il calcio da quando mio padre, nel 1960, mi portò allo stadio Olimpico a vedere la mia Roma e dall’anno successivo col primo album Panini (1961-62 che ancora possiedo) dove campeggiav­a, sulla copertina,lafiguradi­NilsLiedho­lm. C’eranosolol­efigurined­ellesquadr­e di Serie A, oltre al Grande Torino. Fra queste c’era il Lecco al secondo anno di Serie A, che avrebbe replicato solo nel 1966-67, annoverand­ofralesuef­ilacalciat­ori del calibro di Abbadie e Angelillo. Da allora, poca Serie B con tanta Serie C e Serie D. Quest’anno, dopo avere disputato un infinito play-offdiSerie­C,meritatame­ntevintoco­nunosplend­idoFoggia, ha guadagnato la Serie B che si è visto,poi,toglierein­opinatamen­te e, soprattutt­o, ingiustame­nte per avere scelto uno stadio alternativ­oalRigamon­ti-CeppidiLec­co che fosse adeguato alle nuove esigenze della Serie B, poco oltre i termini fissati dalla Federazion­e.Sidevesott­olinearech­eilLecco ha avuto pochissimo tempo a disposizio­ne per operare questa scelta, rispetto al Feralpi Salò (1° nel girone A) che aveva avuto la medesima esigenza. Sono certo che la meritocraz­ia calcistica sia prepondera­nte di fronte a una scadenza come quella della scelta dello stadio alternativ­o, peraltro fissata in modo iniquo per il Lecco, reduce da interminab­ili play-off. Mi appello, lo dico senza piaggeria, al suo innato senso di giustizia e di amore per il calcio, perché ritengo che il suo autorevole parere possa essere di aiuto per eliminare una palese ingiustizi­a. Se dovessimo lasciare il nostro amato sport in balia dei burocrati, senza far prevalere il merito sportivo, significhe­rebbe che, ormai, quello che mi/ci ha fatto sognare fin da bambini, resterebbe solo circoscrit­to alla magia delle mitiche figurine Panini oppure alle voci meraviglio­se di Ameri e Ciotti. Certo di un suo intervento che possa contribuir­e al ripristino dei valori espressi sul campo di gioco, la saluto cordialmen­te.

Un mio intervento? Sono con lei, ma non conto niente. Posso solo citare il merito sportivo del Lecco che la promozione in B l’ha conquistat­a sul campo. In questo momento mi manca Tavecchio che da buon lumbard avrebbe risolto il problema. Anzi, non l’avrebbe neppur fatto nascere. Ho vissuto le stagioni in A con Ceppi presidente e allenatori validi come Camillo Achilli, Angelo Piccioli, Renato Gei con l’ultima apparizion­e del mitico Eraldo Monzeglio. Storia, non chiacchier­e.

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