Corriere dello Sport

Oro Barella all’altezza dei più grandi

Con l’Atletico ha colmato anche le incertezze di Micki e Calhanoglu. Ora troverebbe posto pure in City e Real

- Di Pietro Guadagno MILANO

Il valore e l’importanza di Barella sono apparsi in maniera evidente e una volta di più in una notte in cui i suoi compagni di reparto non hanno brillato, Mkhitaryan, o hanno mostrato impreviste difficoltà, Calhanoglu. Accade di rado, perché il centrocamp­o dell’Inter è riconosciu­to come uno dei migliori d’Europa. Beh, contro l’Atletico Madrid, nonostante due “ingranaggi” non funzionass­ero a dovere, la squadra nerazzurra ha comunque mantenuto il controllo della gara e ha attaccato, alimentand­o le punte e continuand­o a tirare spallate fino a che il muro avversario non è caduto giù. Insomma, volendo, Barella ha lavorato per tre: su e giù per il campo, a sradicare palloni davanti alla propria, e assaltando quell’avversaria. Non si è fermato un attimo. Anzi, un attimo sì. Quando, nel primo tempo, ha subìto un colpo al ginocchio. San Siro ha tremato. Mentre Simeone, pur richiamand­o l’arbitro, visto che stava accadendo davanti alla sua panchina, allo stesso tempo ha pure fatto il gesto del cambio. Probabile che fosse una sua speranza. Gli è andata male, però. Visto che Barella stava già imperversa­ndo e ha continuato a farlo fino alla fine.

PRONTO A SCATENARSI. Già, Simeone. Anche lui ha giocato nell’Inter, oltre vent’anni fa. Anche lui a centrocamp­o. E anche lui era un idolo dei tifosi. E, per certi versi, ricordava il centrocamp­ista sardo: per lo spirito con cui giocava, per come sentiva le partite, per come risaliva il campo e per come segnava. In realtà, Barella segna un po’ meno di quanto dovrebbe e potrebbe. Un anno fa, di questi tempi, era già a quota 6 reti, chiudendo la stagione con un bottino di 9. Oggi è fermo a 2, ma la prima prodezza, contro il Napoli, è stato un vero gioiello. E’ stato anche sfortunato: basti pensare alle traverse contro la Lazio, in Supercoppa, e contro la Salernitan­a, giusto domenica scorsa. Intanto, quello contro l’Atletico può essere considerat­o uno squillo, il segnale che Barella è pronto a prendersi definitiva­mente la scena anche in Champions. Del resto, in questo senso, il ricordo è ancora fresco. Nella scorsa annata, infatti, decise il doppio confronto con il Benfica, segnano all’andata, a Lisbona, e poi al ritorno a San Siro.

ALTEZZA CITY E REAL. Allora, la corsa dell’Inter e di Barella si fermò in finale contro il Manchester City, dove, in panchina, siede un altro allenatore che lo apprezza in maniera particolar­e: Guardiola. E sicurament­e lui se ne intende di centrocamp­isti. Da calciatore, giocava proprio in mediana. E nella sua squadra ne ha di straordina­ri, come Rodri e De Bruyne. Il primo è un grande equilibrat­ore, ma capace di firmare gol pesanti (come a Istanbul…); il secondo sa inventare davanti all’area avversaria, per i compagni, ma anche per sé stesso. Ecco, Barella insieme a quei due non sfigurereb­be assolutame­nte. E sarebbe all’altezza pure del centrocamp­o del Real Madrid, ovvero l’altra grande favorita per la Champions, peraltro guidata da un altro grande tecnico, in passato centrocamp­ista: Ancelotti. Ai “Merengues” sta finire l’era di Modric e Kroos, mentre è appena cominciata quella di Bellingham, sostenuto da Tchouameni e Camavinga. Ci fosse anche un Barella…

Gli manca solo qualche gol, l’anno scorso era già a sei oggi è fermo a due

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 ?? LAPRESSE ?? Nicolò Barella, 27 anni, all’Inter dal 2019, il suo contratto scade nel 2026 In nerazzurro ha disputato 220 gare e segnato 22 gol
LAPRESSE Nicolò Barella, 27 anni, all’Inter dal 2019, il suo contratto scade nel 2026 In nerazzurro ha disputato 220 gare e segnato 22 gol
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