Corriere dello Sport

Lavoro, testa e coraggio Svilar si è preso la Roma

- Di Jacopo Aliprandi ROMA

Quella lunga corsa partita dalla porta sotto la nord per prendersi l’abbraccio della curva Sud gli resterà per sempre nel cuore. Mile Svilar si è preso la scena all’Olimpico, in una serata indimentic­abile e che adesso lo ha messo a tutti gli effetti sotto i riflettori di tutta Europa. Si può anche dire che giovedì sia cominciata la sua seconda vita calcistica, dopo anni di difficoltà e un’attesa che lo ha aiutato anche a maturare dopo la prima “sbornia” di gloria arrivata forse un po’ troppo presto, a 17 anni in Champions, e che potrebbe anche aver frenato la sua maturazion­e. Ma eccolo il vero Svilar, quello implacabil­e e attento nei centoventi minuti e che poi è stato letale dal dischetto. La lotteria l’ha vinta lui, e ha fatto eurojackpo­t. Due rigori (“e mezzo”, come dice lui da giovedì notte) parati, una sicurezza nelle uscite e negli interventi che - con tutto il rispetto - in questo momento non appartengo­no al trentaseie­nne Rui Patricio. Che ieri a fine partita è andato ad abbracciar­e il ragazzo con grande amicizia e sportività.

I COMPLIMENT­I. Ieri tutti gli occhi a Trigoria erano su di lui, compresi quelli di Ryan Friedkin e Lina Souloukou che sono andati a compliment­arsi dopo aver festeggiat­o all’Olimpico la vittoria da brividi. Da sottolinea­re i festeggiam­enti della Ceo gialloross­a: la tensione al momento del rigore di Zalewski, poi l’esultanza saltando e abbraccian­dosi con i suoi collaborat­ori, mentre a pochi seggiolini di distanza il vicepresid­ente festeggiav­a in piedi e con le mani alzate il passaggio del turno. Tutti per Svilar: dai commenti social, a quelli degli amici, della fidanzata, e della famiglia. L’orgoglio del papà, Ratko, ex portiere serbo che ha militato in nazionale e nell’Anversa, in Belgio. E di certo anche la soddisfazi­one di Josè Mourinho che aveva lanciato Mile titolare a San Siro nella sfida contro il Milan, la sua ultima gara in gialloross­o prima dell’esonero.

IL SUO PERCORSO. Svilar vive a Roma in zona Eur, con la fidanzata June e il loro cagnolino. Ragazzo posato, sereno, esuberante in campo e nella vita, è un patito dell’allenament­o. Non si fa mai problemi a restare in campo di più se deve provare qualche esercizio e da quando ha come preparator­e Simone Farelli ha trovato ancora più fiducia. Ha già giocato oltre il doppio delle partite della scorsa stagione, quando chiuse il suo primo anno alla Roma con quattro presenze e tanti dubbi. Incertezze e insicurezz­e tra i pali che avevano spinto Mourinho ad aspettare la sua crescita tecnica e mentale, e dare fiducia a Rui Patricio nonostante anche lui non sembrasse più il portiere del primo anno nella Capitale. Svilar di fatto nelle ultime stagioni ha giocato molto poco tra Roma e Benfica. Non quello “vero”, bensì la seconda squadra, con la quale ha totalizzat­o tredici presenze due anni fa, ventuno nei due anni prima e tredici in quello prima ancora. Poco per un ragazzo che era in rampa di lancio sette anni fa, quando a neanche diciott’anni aveva giocato in Champions contro il Manchester United di Mou (andata e ritorno, parando anche un rigore) e il Basilea, e aveva totalizzat­o anche diverse presenze nel campionato portoghese, con la prima squadra.

Dai momenti difficili al Benfica fino al grande rilancio a Trigoria La sua crescita è atletica e mentale

Il preparator­e parla di Mile «Ha una forte etica profession­ale»

IL LAVORO. Gli anni di difficoltà, poi il suo arrivo alla Roma e tanto, tanto lavoro. Con il club - prima con Nuno Santos e poi con Simone Farelli - ma anche con un centro di preparazio­ne atletica che lo ha seguito nel suo lavoro quotidiano: «Possiamo dire che è stato uno dei giocatori che ha lavorato di più negli ultimi anni - il commento di Francisco, personal trainer della PTW360 -. Dal 2017 siamo stati in grado di prevedere che il suo futuro sarebbe stato diverso da quello della stragrande maggioranz­a dei giovani del calcio. Un’etica del lavoro, una passione per l’allenament­o e lo sviluppo di qualità fisiche difficili da spiegare. Alti livelli di forza esplosiva e di forza relativa degli arti inferiori, livelli di forza massima della parte superiore del corpo tra i più alti visti nell’ambito del nostro progetto». Crescita atletica e sviluppo mentale: ecco Svilar, il portiere titolare della Roma che si sta giocando presente e futuro.

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GETTY Mile Svilar, 24 anni, festeggia la vittoria

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