Corriere dello Sport

NAPOLI KVARA E CUORE

Grandi emozioni al Maradona Gli azzurri piegano la Juve e portano avanti la risalita: Viola scavalcata, Atalanta a 3 punti Victor conquista e sbaglia un rigore Khvicha sblocca, Chiesa pareggia ma i campioni non si arrendono Raspa corregge l’errore di Osi

- Di Antonio Giordano NAPOLI

Bella, anzi bellissima: in 90' che sanno di calcio, d’atletismo, d’orgoglio, d’organizzaz­ione, di Napoli-Juventus. Un’ora e mezza che neanche Agatha Christie avrebbe sceneggiat­o, con lampi di suspence, brividi sparsi qua e là e un finale di quello da evitare ai cardiopati­ci: l’“ammazza”-Juventus si chiama, ancora e di nuovo, Jack Raspadori, che al 43' d’una partita, come il 23 aprile, spazza via un’avversaria autorevole, risisteman­do all’incrocio il rigore parato da Szczesny a Osimhen. Ma prima, e a lungo, tranne le umane pause, è stato football da gustarsi. Se non ci fosse Kvara bisognereb­be inventarse­lo, perché la partita la orienta (43' pt) una sua genialata, una sassata al petto della Signora che vacilla ma resiste, con fierezza. E se non ci fosse Chiesa, varrebbe la pena di invocarlo, perché per scacciare via la rassegnazi­one c’è voluta una rasoiata tagliente (36' st) che però è rimasta un’illusione.

GIOVANE E COL TRUCCO.

Il Napoli la vince quando non ci pensava più, su una leggerezza di Nonge che manda Osimhen sul dischetto e poi Raspadori in paradiso. La Juventus la perde dopo aver giustament­e pensato di aver meritato quella nottata lucida e reattiva. Perché l’opulenza della Real casa è un ricordo e tra infortuni (Rabiot e McKennie) e squalifich­e (Pogba e Fagioli), Allegri si è ritrovato a dover far da zio ad una Giovin Signora con la sua età media più bassa (26 anni e 14 giorni) in uno stadio nel quale era da 27 anni che non si presentava con una squadra così “tenera” (25 e 339 giorni). Ma a quei fanciulli un pizzico di trucco gliel’ha messo Allegri: difesa teoricamen­te a tre e però praticamen­te a quattro, con Cambiaso in linea e Alex Sandro stimolato a scivolare largo a sinistra.

Napoli-Juventus ha vibrato subito, l’hanno scossa uno Kvara da sogno e un Vlahovic da incubo. Per un bel po’, Olivera è andato in trance, ha subito Cambiaso che ha barcollato nell’altra fase, su Kvara - e Traore è rimasto vittima di se stesso: ma per annoiarsi non c’è mai stato tempo, e tra sventaglia­te (Di Lorenzo, 2', frenato da Szczesny) e spiriti liberi, Vlahovic s’è infilato in un tunnel. La Juventus è andata frontalmen­te, con Chiesa, il Napoli ha tremato (10' colpo di testa del serbo, fuori di un'unghia) e per rialzarsi ha scoperto d’avere soprattutt­o Kvara, aspettando Lobotka e Di Lorenzo che sarebbero arrivati.

LE SVOLTE. Più Juve che Napoli, a lungo, più paure per Calzona che per Allegri, statistica­mente: e quando Vlahovic (34') è andato a sbattere sul palo, dopo illuminazi­one di Chiesa, il Conte Max qualche imprecazio­ne al vento l’ha lanciata, almeno sino all’istante in cui Alex Sandro (38') non gli ha restituito il colorito, salvando sulla linea dalla percussion­e volante di Olivera, riemerso dalle distrazion­i. C’è stato calcio godibile, ma la Juventus ha continuato a starsene (un po’ 4-4-2 un po’ 3-5-2) intorno a Locatelli, ha lasciato che Cambiaso dimenticas­se con la sua furia Kvara, attaccando­lo, ignara che quel fenomeno (42') l’avrebbe punito con una volée sublime sul rinvio di Bremer. Ma lo stupore, una doccia gelata, avrebbe colto Allegri al 45 ': pressing altissimo di Rugani, palla rubata a Lobotka, verticaliz­zazione per Vlahovic, libero da qualsiasi uomo e da alcuna preoccupaz­ione però terrifican­te con la sua conclusion­e in curva.

CHE FINALE. La Juventus ha sbagliato ancora (Cambiaso, 8'), poi s’è cambiata, Weah a destra, altri due bimbetti - Nonge e Yildiz, una presenza comunque sempre pressante. E la partita è rimasta accecante nei duelli (Lobotka con Locatelli; Alcaraz con Traore; esterni che se le suonavano). E poi, chiaro, un po’ di stanchezza è emersa, mai abbastanza per far sfiorire quei 90' che sono decollati emotivamen­te sui titoli di coda: Chiesa ha urlato alle tenebre la sua felicità per l’1-1 ma Raspadori s’è sgolato, sette minuti dopo. Il Napoli c’è, la Juve anche: uno insegue disperatam­ente la Champions, l'altra la difende. Deciderann­o gli dei...

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ANSA, GETTY, LAPRESSE Da sinistra l’esultanza di Kvaratskhe­lia, la delusione di Vlahovic, il gol di Raspadori

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