Corriere dello Sport

Dimarco, il gol è un’illusione

Il mancino nerazzurro ha trovato al Civitas Metropolit­ano il primo gol in Champions della carriera Il 13° centro in maglia interista sembrava aver cambiato la storia della partita e della qualificaz­ione Ai rigori ha sofferto in panchina

- Di Giorgio Coluccia

Federico Dimarco ha fatto tredici. Come i suoi gol in carriera con la maglia dell’Inter, anche se il primo in Champions l’ha siglato proprio ieri sera a Madrid: l’illusione di trascinare i nerazzurri ai quarti, poi vanificata dalla rimonta spagnola e dagli errori dal dischetto, una lotteria che ha seguito dalla panchina. A botta sicura, con il destro, dopo aver tagliato in due il campo verso l’area di rigore per farsi trovare pronto sull’assist di Barella. Che il suo intento fosse quello di sbloccarsi in Europa, l’aveva ricordato anche in conferenza alla vigilia e poi sul campo è passato ai fatti, completand­o un altro step verso l’alto dopo la cavalcata dell’anno scorso che l’aveva visto finire nella top undici dell’ultima Champions. L’esterno mancino sta continuand­o a crescere, la prestazion­e di ieri sera l’ha certificat­o per l’ennesima volta, e oltre alla corsa sulla fascia sta risultando sempre più decisivo in zona offensiva, come dimostrato anche dal bottino di 4 gol e 6 assist accumulato fin qui in campionato. Un Dimarco mai visto, che la cavalcata in Serie A dei nerazzurri ha esaltato ancor di più a colpi di discese a tutto gas, stoccate e cross indovinati.

CAMBIO E SOFFERENZA. Di certo la perla in casa del Cholo ha un sapore speciale. È arrivata in una serata sofferta, piena di emozioni, in cui Dimarco ha dovuto fronteggia­re un cliente rognoso come Molina sulla sua corsia e in più occasioni ha dovuto guardarsi alle spalle per dare manforte a Bastoni. Prima che si accendesse la spia rossa in termini di energie, Inzaghi l’ha richiamato in panchina per inserire Bisseck e soltanto tre minuti dopo la sua uscita dal campo l’Atletico si è portato in vantaggio, ritrovando vigore ed energie per approdare ai supplement­ari. Il numero 32 ha dovuto soffrire dalla panchina, pur con la consapevol­ezza di essere ormai diventato uno degli esterni più forti in circolazio­ne.

SCALATA.

Un’ascesa quasi impensabil­e, visti gli albori trascorsi da riserva in nerazzurro. Poi è arrivato Inzaghi e, attraverso il duro lavoro, Dimarco ha spiccato il decollo. Prima giocando sempre di più, poi diventando decisivo e anche titolare con la Nazionale italiana. Ovviamente il ct Luciano Spalletti ringrazia, in attesa di poterlo schierare sulla fascia ai prossimi Europei in Germania. L’esterno mancino è il primo tifoso della sua Inter, ha un legame speciale con i tifosi e da qui a fine stagione potrà coronare il sogno della seconda stella, che per lui significhe­rebbe primo scudetto in carriera. In nerazzurro ha vinto tre Supercoppe Italiane e due Coppe Italia, ma non vuole di certo fermarsi qui. Nella stagione 2022/2023 l’addio di Perisic gli ha spalancato le porte, lui si è preso le chiavi della corsa sinistra e ieri si è arrampicat­o in cima all’ennesima vetta.

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 ?? ?? Federico Dimarco esulta con Lautaro dopo l'1-0
Federico Dimarco esulta con Lautaro dopo l'1-0

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