Corriere dello Sport

Finalmente Berrettini

Il romano torna e vince dopo sette mesi Tolta la ruggine, supera Gaston in tre set: «Sono sempliceme­nte felice. E mi sento bene». Dritti veloci e 79% di prime al servizio

- Di Alessandro Nizegorodc­ew

Matteo Berrettini torna e vince. A distanza di 194 giorni dall’ultimo match disputato sul circuito, il romano supera il primo turno dell’ATP Challenger 175 di Phoenix. Un set per carburare, due parziali per dominare il francese Hugo Gaston, n.95 del mondo, con il punteggio di 3-6 6-3 6-1 in un’ora e quaranta minuti.

«Sono sempliceme­nte felice - ha raccontato il romano a fine partita - È passato tanto tempo dall’ultimo incontro, quasi sette mesi. Mi sono detto che dovevo apprezzare il solo fatto di tornare a giocare. Avrei accettato tranquilla­mente anche una sconfitta, ma ho vinto, quindi meglio ancora». Sui social, Matteo ha scritto una breve frase che, però, racconta molto. «It’s been a minute, great to be back». Come fosse passato solo un minuto, anziché infiniti mesi di agonia sportiva.

IL RITORNO. Berrettini avrebbe potuto vincere anche in due set. Un po’ di desuetudin­e al match si è notata nei primi game, nei quali non ha saputo sfruttare alcune occasioni. Nel secondo parziale, a tratti, è sembrato di ammirare il vero “The Hammer” (traduzione: il martello), come è stato soprannomi­nato nel circuito: 79% di prime in campo, 4 punti persi al servizio e drittoni veloci e pesanti come ai vecchi tempi. Il terzo set è stato un dominio assoluto. «Sono contento di aver iniziato la stagione a Phoenix - ha spiegato l’ex n.6 - Ho bei ricordi di quando ho vinto il titolo cinque anni fa (nel 2019 battè in finale Kukushkin in un match di quasi tre ore; ndr), è sempre un piacere venire qui. Vediamo come mi sveglierò dopo il primo turno, probabilme­nte un po’ indolenzit­o. Per fortuna ho il mio fisioterap­ista con me e un giorno di riposo da sfruttare. Mi sento comunque bene».

In Arizona sono presenti l’head coach Francisco Roig, il secondo allenatore Alessandro Bega e il fisio Daniel Pohl. Il team si è spostato in massa per supportare Matteo in un così delicato ritorno in campo. Ogni dettaglio può fare la differenza.

SECONDO MATCH.

Quando si rientra, dopo una lunga assenza, il primo match è paradossal­mente quello più semplice. Nel secondo può uscire fuori un po’ di indecision­e tecnico-tattica o, magari, qualche piccolo doloretto (soprattutt­o giocando sul cemento) dovuto alla mancanza di sfide ufficiali. Il prossimo avversario sarà complicati­ssimo. Ad attendere oggi Berrettini ci sarà Arthur Cazaux (n.77 al mondo), uno dei NextGen più forti e in ascesa del circuito. Il ventunenne francese ha appena sconfitto Musetti a Dubai e si era spinto sino agli ottavi di finale a Melbourne, battendo tra gli altri Holger Rune.

IL FUTURO. Matteo sembra essere rientrato nel circuito con un focus ben preciso: ritrovarsi, tornare a divertirsi e a divertire. Il ranking sarà la diretta conseguenz­a. Berrettini è al numero 154 del mondo ma, da Miami in poi, per alcune settimane potrà usufruire del ranking protetto e partecipar­e ai tornei del circuito ATP. Ritrovare il proprio migliore tennis sarà un problema relativo. L’obiettivo è ritrovare continuità a livello fisico, evitando infortuni e cercando l’agognata serenità.

Dopo Phoenix e Miami la programmaz­ione di Berrettini si sposterà dal cemento all’aperto all’amata terra battuta. È la superficie su cui il romano è cresciuto e, seppur non sia la preferita (come invece l’erba), è certamente quella che diminuisce il rischio di infortuni. Il pensiero fisso di Matteo è tornare a giocare i grandi eventi sul rosso, in particolar­e Foro Italico e Parigi, in (almeno) buone condizioni fisiche. Berrettini ha dovuto saltare per due anni di fila il Masters 1000 di Roma ed è il momento di tornare a sentire esultare il pubblico di casa.

Oggi lo aspetta il temibile Cazaux «Mi sveglierò un po’ indolenzit­o»

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GETTY Matteo Berrettini, 27 anni

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