Kvara sul ring Gong Europeo in due riprese
Khvicha ha una doppia missione internazionale da completare: con la Georgia e poi in azzurro
Kvara e il Matador insieme in campo a mostrare i muscoli e fare festa: detta così, per un tifoso del Napoli, è quasi da lacrime. Ma Edinson Cavani, in arte il Matador, non è l’unico titolare di questo soprannome pieno di ricordi, gol e muscoli scolpiti nel marmo: giovedì Khvicha era squalificato e ha sfilato alla “Boris Paichadze Arena” di Tbilisi in veste di tifoso della Georgia nella semifinale playoff poi vinta per 2-0 dai suoi compagni contro il Lussemburgo, ma prima e dopo la partita, in campo e negli spogliatoi, ha celebrato anche il trionfo di Ilia Topuria, stella georgiano-spagnola delle Mma, campione Ufc dei pesi piuma che ha conquistato il titolo poche settimane fa battendo il campione australiano Alexander Volkanovski ad Anaheim, in California, Stati Uniti. A Tbilisi, l’altra sera, c’erano 54.000 spettatori: tutti per la nazionale e per ammirare la cintura del lottatore nato e cresciuto in Germania da genitori georgiani, vissuto un po’ in Georgia e un po’ in Spagna. E così la storia della coppia dei sogni Kvara-Matador è chiarita: ora, non resta che tuffarsi nella realtà. Che poi, se vogliamo, potrebbe anche trasformarsi in un sogno per Kvaratskhelia. Magari doppio: martedì, dopo aver scontato la squalifica, guiderà il suo Paese sempre all’Arena di Tbilisi contro la Grecia nella finale playoff per andare all’Europeo, traguardo storico per il suo Paese, mai tagliato da quando la nazionale è diventata indipendente (1990). E poi, a seguire, proverà a firmare con il Napoli un’altra impresa europea: la scalata verso la zona coppe.
VAI KVARA. Khvicha nell’ultimo periodo, diciamo da quando è arrivato Calzona in panchina, ha ritrovato un bel po’ di smalto: contro il Barça al Montjuic e l’Inter a San Siro non ha brillato per niente, anzi, ma prima di questa parentesi grigia era riuscito a collezionare 4 gol in tre partite di campionato tra la doppietta rifilata al Sassuolo e i graffi sulla pelle del Toro e della Juve. Solo Osi come lui, in Serie A, in quel frangente: un amarcord in grande stile dei bei tempi dei gemelli. Poi, la pausa. Che però dovrà sbloccare in un clic, considerando che la Grecia non è il Lussemburgo (con
tutto il dovuto rispetto), e l’Atalanta non ha mai fatto sconti finanche in amichevole. In sintesi: Kvara serve come il pane alla Georgia quanto al Napoli.
CREDERE. Due popoli di tifosi e due gruppi di compagni pendono dalle sue giocate, dalle sue sterzate, dalle sue invenzioni: quanta responsabilità, vero? È il destino dei campioni, degli aspiranti leader, di quelli che poi tutto sommato sono nati per lasciare il segno. Un dato? In una stagione
piena di problemi di squadra, paradossi e situazioni al limite, Kvara non ha brillato come un anno fa ma è comunque arrivato in doppia cifra: 10 gol. Di certo ha subito il contraccolpo più degli altri, o quantomeno il suo rendimento ha risentito più di altri dell’altalena tecnico-tattica, dei cambi in panchina, dello sconforto generale subentrato come un fulmine nell’anima di un ambiente reduce dalla più sonora sbornia di pura gioia. Cose che capitano, li chiamano anche momenti di crescita, e Kvara nelle prossime dieci partite avrà la possibilità di cambiare il destino o quantomeno contribuire al cambio, al disegno di un futuro e di un’estate che all’improvviso potrebbe anche diventare magica. Prima con la Georgia e poi con il Napoli: il primo Europeo della giovane storia della sua nazionale; il rinnovo e una nuova stagione di ambizioni in Italia e in Europa con il Napoli. Non resta che provarci, credere e giocare forte. Mostrando i muscoli come un Matador. Uno a scelta.
Dopo la squalifica con il Lussemburgo sarà il trascinatore dei suoi in finale
Giovedì a Tbilisi ha celebrato il titolo del campione Mma chiamato Matador