Corriere dello Sport

E i tifosi sono già partiti per l’Europa

L’approdo in coppa è scontato Ma ora tutto sulla Champions: la gente in città non si tiene più

- Di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Venite a Bologna e fatevi un giro per le vie del centro. Magari nel fine settimana, quando via Rizzoli e via Ugo Bassi diventano pedonali. In quella massa indistinta scoverete le maglie di Zirkzee e di Orsolini, di Calafiori e di Fabbian. A ognuno il suo idolo. Purché rossoblù. Mai come quest’anno in città si sente un’aria sospesa, di festa. Un’attesa. Là in fondo, a campionato finito, tutti ci vedono l’Europa. A Casteldebo­le tacciono. Dicono che è ancora lunga ed è inutile parlarne adesso: sai com’è il calcio, no? Però il vantaggio di undici lunghezze sul settimo posto è così ampio che i tifosi hanno già cominciato a cantare. È un margine sufficient­e a scoperchia­re scenari: quello dell’Europa League e quello della Champions, e ovviamente il secondo è il preferito. Quelli a cui la scaramanzi­a non interessa si sono già schierati: «Che ci frega dell’Europa League, noi vogliamo il Real Madrid». Cori, sogni, speranze. Una cosa del genere non la si viveva da sessant’anni, cioè da quel mitico ’64, l’anno dello scudetto. Un’altra Bologna, un’altra Italia.

COMPETENZE. Nell’era postglobal tutto si tiene. Il gioco e l’economia, il tifo e il turismo. In ballo non c’è solo la partecipaz­ione alla competizio­ne calcistica più importante d’Europa (e forse del mondo), dietro c’è un rinnovamen­to epocale per il club. Solo qualche anno fa Joey Saputo veniva contestato fuori dai cancelli del Dall’Ara. Oggi è tutto un grazie Joey, grande Joey, Joey portaci in Europa. Il calcio è pazienza, dedizione e fortuna. Ma anche competenza. Ne sono prova Thiago Motta e il suo staff, che il calcio lo stanno rivoltando con un gioco bello e mai sperimenta­le. Di Vaio è diventato un ds solido, Sartori il vate dello scouting. L’ad Claudio Fenucci qualche giorno fa ha dichiarato che nessuno dentro il club ha mai pensato di essere sprovvedut­o «perché c'è una storia dietro, una storia di anni. So che ci sono questi momenti perché li ho vissuti a Lecce, li ho vissuti alla Roma. Ne ho vissuti anche qui quando i risultati erano inferiori alle aspettativ­e che si erano create». Quel "We are one" da slogan si è tramutato in un credo. Bologna è una famiglia, e questo la gente lo ha capito.

DATI ALTISSIMI. Thiago Motta e la sua squadra hanno già infranto diversi record, compreso quello di punti. E siccome sognare non costa nulla, ora tutti si aspettano di vedere come andrà a finire.

La città della prima università al mondo, quella che per prima ha liberato gli schiavi, che ha creato il Dams, che continua a far convivere le coop e la chiesa, ha bisogno anche di una competizio­ne europea per rifarsi il trucco. Il turismo sta già facendo molto: 5 milioni e 200 mila turisti accolti nel 2023, con un +12% rispetto all’anno precedente. Dagli Stati Uniti l’incremento è stato addirittur­a del 41%. In macchina si va piano, con il limite dei 30, ma per tutto il resto si vola. StageUp, società bolognese che si occupa di consulenza nell’ambito del business sportivo, ha calcolato che il nuovo format della Champions potrebbe portare 12 milioni di indotto (nel peggiore dei casi) e molti di più in caso di prosecuzio­ne della competizio­ne. Perché poi nel calcio è così: un sogno tira l’altro.

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