Varane, allarme shock «Basta colpi di testa»
Il difensore dello United ricorda l’incubo al Real sfidando il City «Mi hanno causato commozioni cerebrali che possono mettere a repentaglio la vita A mio figlio consiglio di evitarli del tutto»
Che la vita del difensore centrale fosse piuttosto dura, era cosa nota. Ma al di là del pericolo costante che la prima mezza disattenzione possa costare un gol, per lo specialista del ruolo ci sono rischi ben più seri, che possono avere ripercussioni dirette sulla salute. A mettere all’ordine del giorno la questione ci ha pensato il pluridecorato Raphael Varane, 19 titoli a livello di club, tra cui 4 Champions conquistate col Real Madrid, a cui vanno aggiunti un Mondiale e una Nations League con la Francia. In particolare, il trentenne transalpino, ora in forza al Manchester United, nel corso di un’intervista concessa all’Equipe ha ammesso di aver sofferto diverse commozioni cerebrali causate dalla ripetizione dei colpi di testa nel corso di partite e allenamenti, che hanno avuto dirette ripercussioni sulle sue prestazioni e che lo preoccupano anche per le possibili conseguenze che potrebbero derivarne, in futuro, sul suo organismo. «Riconoscere una commozione cerebrale e curarla bene non è facile. È un problema di salute reale e può arrivare a mettere a repentaglio anche la vita, se non viene trattato bene - la denuncia del difensore - Allo United ci raccomandano di non fare più di dieci colpi di testa ad allenamento e a mio figlio, che ha sette anni e gioca a calcio, consiglio direttamente di evitare i colpi di testa».
LA DENUNCIA. Varane, poi, approfondisce la questione, parlando della sua esperienza personale: «Io ho sofferto diverse commozioni cerebrali sulla mia pelle. Due tra le peggiori tre partite della mia carriera sono state precedute da una commozione cerebrale sofferta solo qualche giorno prima. Come nei quarti del Mondiale 2014 contro la Germania, avevo avuto una commozione nella gara precedente con la Nigeria. Ho terminato la partita in modalità pilota automatico. Se qualcuno mi avesse rivolto la parola, non sarei stato in grado di rispondere. Non ho ricordi diretti di quella partita». Nebbia fitta, a cui sono seguiti sintomi preoccupanti. «Sentivo fatica oculare, non stavo bene, ma come potevo misurare in quel momento la mia capacità di poter giocare i quarti con la Germania? In quella partita persi un duello con Hummels che ci costò il gol». Una situazione analoga Varane la visse, con la casacca del Real, negli ottavi con il City della Champions 2019/20, a pochi giorni da una paurosa pallonata in testa ricevuta nel corso del derby col Getafe. «Seguii un protocollo di recupero di cinque giorni, ma sentivo una stanchezza innaturale. Mi sentivo lento e non riuscivo a mantenere la concentrazione». E vinsero i Citizens, che sfruttarono proprio due amnesie difensive di Varane per imporsi 2-1, con le reti di Sterling e Gabriel Jesus.