De Meo scrive all’UE: adesso sosteneteci!
Una lettera di venti pagine indirizzata ai cittadini europei in vista delle prossime elezioni di giugno. Non l’ha scritta un politico ma Luca de Meo, Presidente di ACEA, l’Associazione Europea dei costruttori di vetture e CEO di Renault, per chiarire, dal suo punto di vista, un nodo importante come quello della transizione della mobilità verso l’elettrico, ma soprattutto come tutelare un settore come quello dell’automotive che in Europa occupa 13 milioni di persone, il 7% dei lavoratori dipendenti e l’8% degli addetti alla produzione e rappresenta l’8% del PIL europeo ed esporta più di quanto importa, generando un saldo commerciale positivo di 102 miliardi di euro. Un comparto che, come spiega Luca de Meo nella lettera, è attaccato dai costruttori cinesi e americani perché questi due Paesi supportano e sovvenzionano le loro aziende dell’auto, mentre l’Europa regolamenta solamente con norme ferree come lo stop ai veicoli che emettono CO2 dal 2035. In pratica il messaggio è “ci avete obbligati all’elettrico, ora sosteneteci in questa transizione!”. Anche perché le Case automotive stanno affrontando una sfida epocale che coinvolge diversi temi come: decarbonizzazione delle vetture e delle strutture produttive; una rivoluzione digitale, visto che le auto sono sempre più dei computer viaggianti; nuovi regolamenti come l’Euro 7; volatilità tecnologica, soprattutto per quanto riguarda le batterie delle auto BEV; lotta dei prezzi con l’arrivo di concorrenti extra europei “facilitati”; formazione del personale, perché 25 milioni di posti di lavoro nell’industria sono coinvolti dalle due transizioni, quella digitale e quella ambientale.
LA RICETTA DI DE MEO. Forse il settore automotive ha accettato troppo facilmente o entusiasticamente a suo tempo il passaggio a questa transizione della mobilità investendo parecchio ma non pensando che ci sarebbero stati diversi problemi da affrontare. De Meo dà anche una linea per un’industria europea competitiva e decarbonizzata. Come? In primis, creare una strategia industriale per l’Europa coinvolgendo tutti gli attori della filiera e anche associazioni e ONG. Ma anche fermando l’introduzione di nuove norme, una visione globale dei processi produttivi e dell’approvvigionamento delle materie prime, magari puntando di più su un modello ibrido senza però rinunciare all’elettrico ma adottando un principio di neutralità tecnologica. Il coinvolgimento dell’utente finale è poi indispensabile per permettergli di continuare ad acquistare e usare l’auto, grazie a facilitazioni e costi più abbordabili. Ma de Meo elenca anche dei progetti concreti per raggiungere questi obiettivi; dalla realizzazione di vetture di piccole dimensioni prodotte in Europa, che permetterebbero anche un più veloce svecchiamento del parco circolante, fino a sviluppare l’infrastruttura di ricarica e la tecnologia Vehicle-ToGrid (V2G), ma anche l’idrogeno e il metaverso industriale. Il Parlamento Europeo probabilmente da giugno avrà linee più morbide verso l’automotive, ma saremo in tempo per salvare il comparto dall’aggressione di Cina e USA?