Corriere dello Sport

Jefferson sa far volare la Dinamo

- Di Giampiero Marras SASSARI

Chiamatelo “Airplane” Brandon Jefferson. Da quando il trentaduen­ne texano è atterrato sull’isola (annunciato in maniera irrituale nell’intervallo della gara di Reggio Emilia), il Banco di Sardegna ha decollato: sette vittorie in 12 partite, anzi su 11, perché la sconfitta di Trento è arrivata nel match in cui il playmaker si è infortunat­o dopo quattro minuti. In altre parole la Dinamo Sassari ha un’andatura degna di Brescia, Bologna e Venezia, non a caso le tre big sconfitte a sorpresa dopo la pausa. E, giusto per ricordarlo, a febbraio la formazione sassarese si guardava soltanto le spalle per cercare di allontanar­si dalla zona pericolosa. Ai playoff non pensava proprio nessuno. Ora invece sono diventati un obiettivo, anche se l’equilibrio di un campionato senza gare scontate rende più complessa la rimonta. Difficile trovare un singolo giocatore di questa Serie A che più di Jefferson (vincitore della Coppa di Francia nel 2022 con il Pau Orthez) sia riuscito a incidere così tanto sulle sorti di una squadra.

Il play americano segna 14 punti con il 61% da due, il 43% da tre, il 94% ai liberi e 4 assist di media. Eppure le cifre non rivelano completame­nte ciò che fornisce in termini di leadership e pericolosi­tà nei momenti caldi. Anzitutto ha sbloccato la formazione sassarese in trasferta: prima del suo arrivo erano arrivate sei sconfitte in altrettant­e gare lontano dal PalaSerrad­imigni. Con Jefferson, i successi sono stati tre in cinque trasferte.

Senza dimenticar­e l’impatto nei minuti decisivi delle vittorie su Cremona e soprattutt­o Virtus Bologna (29 punti con 7/10 da tre più 6 assist). Nel supplement­are vincente contro Brescia ha firmato la tripla che ha steso la capolista, mimando poi il gesto di andare a nanna (il suo “night night shot” sta diventando un marchio di fabbrica). Anche a Brindisi il finale di Jefferson è stato letale con 8 punti.

Un vincente che sta facendo viaggiare in prima classe Sassari. Merito anche di coach Nenad Markovic, che per sfruttarne le potenziali­tà da realizzato­re lo affranca ogni tanto dai compiti di regia, facendo portare palla a Cappellett­i. Un giocatore tanto determinan­te è alto appena 175cm, ma nel suo ruolo il cervello, le letture e la velocità di esecuzione hanno ancora un peso notevole. E poi quando “Airplane” Jefferson decolla per il tiro, Sassari può dormire tra due guanciali.

Una Sassari che, salutato Stefano Gentile (ora a Trapani), affida i gradi di capitano a Bendzius, ma in attesa del suo rientro il capitano sarà Ousmane Diop.

Alto 1.75, il texano valore aggiunto con il tiro e la leadership

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CIAMILLO Brandon Jefferson

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