Corriere dello Sport

«La favola Pistoia merita il lieto fine»

Parla l’architetto della matricola capace di vincere a Milano e Bologna E ora vicina al passaggio di proprietà Il manager dei toscani: «Siamo ripartiti dopo l’autoretroc­essione, ora i playoff sono alla portata. Merito del gruppo e di coach Brienza»

- di Fabrizio Fabbri

Vorrebbe sfuggire le luci della ribalta, Marco Sambugaro. Lui, general manager della Estra Pistoia, è l’architetto che ha arredato la formazione toscana. Un tocco minimal, perché le casse non sono certo quelle di Milano o Virtus Bologna. Che però i toscani si sono presi il lusso di sconfigger­e a domicilio.

Sambugaro, come può una Cenerentol­a diventare una bella e vincente principess­a?

«Ci sottovalut­ano, ci vedono nel riscaldame­nto e pensano: ma chi sono questi scappati di casa? Sto scherzando ovviamente e non voglio mancare di rispetto a nessuno. Diciamo che siamo stati bravi a costruire un gruppo granitico, dove c’è anche tanta qualità. Così siamo stati capaci di vincere, con quella di lunedì a Bologna, sette partite fuori casa».

Da dove nasce questa bellissima favola?

«Era l’anno dello scoppio del Covid ed ero appena arrivato. Decidemmo, per vari motivi, di autoretroc­ederci accettando la A2 per ripartire con entusiasmo rinnovato e ponendo come fondamenta una base di pistoiesi. Tornò Lorenzo Saccaggi e abbiamo messo dentro ragazzi cresciuti grazie all'ottimo lavoro del settore giovanile. Far accettare questa nuova politica ai tifosi non è stato facile».

Poi è iniziata la scalata: playoff di A2, promozione in A e quest'anno una corsa pazza verso l'alto.

«Non sono un mago e non predico il futuro. Quando inizia una sessione di mercato non ho margini di errore. E allora, insieme al coach, devo compiere scelte precise. A Pistoia non possiamo aspettare un giocatore, giudicarlo e magari tagliarlo se abbiamo sbagliato».

Nell'ultima estate non sembra che abbiate commesso errori.

«Siamo partiti da Ogbeide, il nostro centrone. Era ancora giugno quando gli abbiamo messo davanti il contratto. Lui lo ha firmato. Era stato nostro avversario giocando a Rimini e con coach Brienza ci siamo detti: il ragazzo vale la A. Ha ancora un limite nella continuità, però contro gente come Mickey, Shengelia e Zizic ha dominato».

La forza della Estra è che in ogni successo c'è un protagonis­ta differente, non crede?

«Abbiamo negli occhi il pazzesco ultimo quarto di Ryan Hawkins (24 punti, 7/8 da 3) a Bologna. Non hanno trovato modo di fermarlo. Il nostro segreto, non è la classica frase fatta, è il gruppo. Se ognuno dei ragazzi può esprimersi al massimo è perché si è creata un’alchimia perfetta».

Miscelata da Brienza. Merita il titolo di allenatore dell'anno? «Lo prendo in giro e gli dico: “Nicola, Pistoia è il tuo posto ideale. Da quando sei con noi le occhiaie di stanchezza stanno scomparend­o”. La verità è che ci mette del suo tecnicamen­te e tatticamen­te, perché è preparatis­simo. Poi sa arrivare in fondo all'animo dei giocatori, lì dove istinto, cuore e razionalit­à si fondono. Non li imbriglia, li guida. Gli stranieri sono tutti alla prima esperienza nella A italiana e sembrano veterani. Gli italiani non hanno paura di sbagliare e sono decisivi. Un cocktail perfetto».

E la città come risponde?

«C’è un entusiasmo pazzesco. Abbiamo centrato le Final Eight di Coppa Italia, siamo già salvi e ora la gente sogna i playoff, come giusto che sia. Noi però dobbiamo restare con i piedi per terra».

Fa il pompiere?

«Devo. Anche se è impossibil­e, perché non si parla altro che di noi. Il nostro impianto, dove un paio di anni addietro se un tifoso starnutiva quello dall’altra parte rispondeva “salute”, ora è sempre esaurito. 3.900 posti non bastano più per la passione dei pistoiesi».

Magari ci penserà la nuova

proprietà americana, ormai a un passo, a costruire un impianto nuovo.

«Occupiamoc­i del presente. Della squadra che vince, diverte e che vorrebbe coronare la stagione con i playoff. I nuovi investitor­i d’oltreocean­o sono pronti a entrare per assicurarc­i un futuro ancora più roseo. Siccome la favole sono all’ordine del giorno il nuovo presidente potrebbe presto essere Ron Rowan, uno che vestendo la canottiera di Pistoia ha fatto sognare (tre stagioni consecutiv­e, dal 1989 al1992, realizzand­o 3.767 punti in 117 incontri, ndc). Per far capire, la proporzion­e, chiedo: cosa succedereb­be a Roma se alla guida di una nuova società di A arrivasse Larry Wright?».

«Presidente Rowan? Come se a Roma accadesse con Wright»

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ELISA MAESTRIPIE­RI/ PISTOIA BASKET 2000 Marco Sambugaro (53 anni) ex azzurro con coach Brienza

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