Se odiate Allegri andate su TikTok
È il recordman degli scudetti, sta lavorando con John Elkann per riportare in auge la Juventus, è comunque in zona Champions…
Egregio Dottor Italo, alla “brillante” andatura della Juventus di Allegri, 7 punti su 27, vado ad alcune osservazioni, da goduto antijuventino e paragono la situazione attuale dei bianconeri a quella del Toro, 1979/80. Il ciclo di Radice e 11 grandi contro tutti era agli sgoccioli. Il Toro si trovò, il 3 febbraio 1980, dopo la sconfitta di Firenze, a un passo dalla zona retrocessione. Non era colpa di Radice, ma il giocattolo si era rotto, inevitabilmente logoro. Radix venne esonerato e la squadra con Rabitti si riprese. Arrivò quarta. Ora. Da antijuventino farei firmare ALLEGRI per 10 anni. Nella realtà, se la Juventus vuol ritornare vera, Allegri se ne deve andare. Non gli mancherà, non gli mancherebbe nulla, ci mancherebbe. Con tanti milioni all'anno può… lavorare tecnicamente e farsi domande intelligenti.
Un caro, eccellente amico la cui unica debolezza si chiama Juventus, mi scrive accorato: «Quando il Bologna supererà la Juve, perché è solo questione di tempo, non si potrà non aprire - anche da parte sua - uno spiraglio di dibattito sul fatto che un allenatore come Allegri ha smesso di occuparsi di calcio (inteso come modernità, approccio scientifico e dono della curiosità) da molto tempo. E che al di là della modesta squadra a disposizione, assieme alla società è lui il principale artefice di un disastro annunciato».
In verità, l’amico mi scriveva dopo il terzo gol di Nikogioannis alla Salernitana in un giorno di gran festa al Dall’Ara - la miglior Pasquetta del secolo (il XXI) - che mi ha ringiovanito di un botto (volevo dire ringalluzzito ma neanche il Bologna può far certi miracoli).
RECORDMAN - Un tifoso bianconero non è certo felice di ‘sti tempi, ma mentre l’agognata Zona Champions fa sognare i rossoblù, fa soffrire i giallorossi, fa impazzire i napoletani, la Juve è lì che sembra una titolare. E all’amico come ad Alviero - vorrei dire di vedere la situazione di Allegri sotto un nuovo punto di vista: non è solo l’allenatore della Juventus, è un DIRIGENTE che con John Elkann e il nuovo staff bianconero cerca di ricostruire un impero quasi demolito da perniciosi errori aziendali che non sto a rammentare. La sua colpa principale? Aver confessato «non sono un maniaco degli schemi, ma un estroso: non posso stare ventiquattr’ore di fila a cercare una soluzione, devo aspettare che arrivi l’ispirazione e il più delle volte capita quando non ci penso: capita che di notte cambi la formazione che avevo deciso, per esempio. La realtà è che si vive di sensazioni».
Grave peccato nel mondo degli estetisti pallonari. Per il resto, recano la firma di Allegri ben cinque scudetti consecutivi (2014-2015, 2015-2016, 20162017, 2017-2018, 2018-2019) che hanno rinverdito la leggenda della Juventus diventata la prima formazione nella storia del calcio italiano a vincere cinque campionati nazionali consecutivi, titoli conquistati tra il 1930-31 e il 1934-35.
CARCANO - Potrei ricordare, autonominandomi difensore d’ufficio di Allegri (e dire che mi stava sulle balle), che l’allenatore d’allora, Carlo Carcano, di quei cinque tricolori ne firmò solo quattro, ragion per cui il Max è il recordman. Ma un invito di un amico a tuffarmi in TikTok mi ha invitato a riflettere. Buttatevi in quel Mar della Cina, io lo frequento per l’eccellenza della musica, mi emoziono per quella ragazzina che canta “Voilà”, per le antiche esibizioni dei maestri del jazz, del mio amico perduto Chet Baker, di Frank Sinatra, Nat King Cole, Elvis Presley (e anche per vedere le conturbanti Elodie e Annalisa, guarda un po’). Buttatevi e sul nome di Allegri vivrete il Festival dei Frustrati che l’accusano di tutto.
Per fortuna, visti i tempi del politicamente corretto, non rischierà la fine che fece Carcano, esonerato mentre stava vincendo il quinto scudetto con l’accusa (falsa) di essere gay. Forza Max.