Lotito attacca Galliani per Gravina
Nuvole d’ira attraversano il cielo di Lotito. Non è più solo incline al siparietto e alla battuta, in gran forma dialettica. Il furore prende il sopravvento anche nei confronti di amici e alleati, così è stato martedì sera secondo il racconto de “la Repubblica”. Il presidente-senatore era sopraggiunto alla proiezione cinematografica del film “C’è anche domani”, rievoca la vita di Ennio Doris, fondatore di Mediolanum scomparso nel 2021. Tra gli ospiti della presentazione Adriano Galliani e Gabriele Gravina, presidente della Figc. Lotito, arrivato a film finito, secondo il racconto si è scagliato contro Galliani: «Ti sei schierato con Gravina, dillo che stai con loro. Anche in Commissione oggi lo hai difeso. Io non te lo perdono», è la ricostruzione riportata dal quotidiano. Galliani, sempre impeccabile nella forma, non ha reagito, intento ad eludere Lotito e a raggiungere l’uscita per evitare collisioni. L’amministratore delegato del Monza, senatore di Forza Italia, era intervenuto ad inizio serata per narrare il legame di una vita avuto con Ennio Doris e Silvio Berlusconi. Poi la sorpresa di Lotito.
I FATTI. Il presidente-senatore, che con Gravina è in conflitto da anni, non ha perdonato a Galliani la posizione assunta in Senato durante l’audizione del presidente della Figc. Galliani, in Commissione Cultura e istruzione, era intervenuto sul tema le “Prospettive di riforma del calcio italiano”: «Condivido integralmente la relazione del presidente Gravina. Bisogna pensare che cosa fare. I contrasti interni al sistema nascono e si acuiscono quando quattro big, Milan, Inter, Juventus e Roma, hanno pensato che attraverso l’abolizione del diritto di intesa tra Federazione e Lega si potesse cambiare il formato della Serie A da 20 a 18. Quindi nella maggioranza dei club è nata la convinzione, poi rivelatasi errata, che il presidente federale fosse d’accordo con questa posizione. Io non posso fare domande, sono il legale rappresentante di una squadra di Serie A e dunque faccio fatica a essere imparziale. Se fossi stato ancora un dirigente del Milan avrei tentato una manovra meno rozza, mi sarei mosso in modo diverso. Si può passare anche da 20 a 18 squadre, ma con risorse e percentuali di ricavi a chi retrocede. In questo momento si sta creando un divario incredibile tra le prime in Italia e le ultime. In passato non era così». «Il sottoscritto e il Consiglio federale hanno lasciato piena autodeterminazione alla Serie A di scegliere il format che ritenesse più opportuno», era stato l’intervento di Gravina.
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