Equilibrio ed energie i fattori decisivi
Diciamolo subito. Non è una finale come le altre. Per tanti motivi, e non solo perché l’epilogo della corsa scudetto tra Perugia e Monza è inedito. A giocarsi il tricolore, infatti, sono i due esatti opposti della Superlega. All’... angolo di destra Perugia, lo squadrone, quello cui inevitabilmente vanno i favori del pronostico, costruito per vincere, con relativo budget piuttosto alto, oltre 7 milioni (cfr. presidente Sirci). All’altro angolo Monza, la sorpresa, la squadra operaia, messa insieme tenendo gli occhi sempre bene aperti sul rapporto tra possibilità di spesa (molto più bassa di quella di Perugia) in relazione alla necessità tecnica. Una delle tante espressioni del sistema Milano con quel consorzio che ha già fatto vedere tante belle cose sia con Milano donne - fuori dalle semifinali ma qualificata per la superfinal di Champions League - che con la stessa Milano uomini che è in lotta con Trento per andare in Champions.
Operaia, certo, ma anche tosta come poche, Monza. Capace comunque di estromettere dalla corsa scudetto squadroni blasonati come Civitanova e la stessa Trento, cosa peraltro già riuscita in semifinale di Coppa Italia, persa proprio contro Perugia. Non un caso, perché la formazione umbra è in grado di abbinare un equilibrio complessivo, abbastanza simile a quello di Monza - reso paradossalmente ancora più saldo dall’assenza forzata di Leon sostituito da Plotnytskyi - con una potenza in attacco ben superiore a quelle delle compagini eliminate dai rivali. Ma i brianzoli, soprattutto contro Trento, hanno trovato, se possibile, una “quadra” ancora più equilibrata giocando con i tre martelli Maar, Loeppky e Takahashi - e senza l’opposto Szwarc.
La realtà è che bisognerà vedere quanta benzina fisica e mentale è rimasta nel serbatoio di Monza dopo le dieci sfide dei due turni precedenti, con la semifinale addirittura recuperata da 0-2. Con Perugia che invece arriva alla finale molto più riposata (ha giocato tre partite in meno). E poi c’è lui, il valore aggiunto, il tecnico di Perugia, Angelo Lorenzetti, alla nona finale scudetto con quattro squadre diverse e a caccia del quinto titolo. Al contrario del buon Massimo Eccheli, il collega di panchina alla sua prima esperienza in finale. No, non è una serie come le altre, ma promette ugualmente spettacolo.