La Formula 1 va dallo psicologo
I piloti a Shanghai anche per sciogliere le preoccupazioni Soltanto Verstappen se la ride: tutti gli altri, persino i ferraristi sulla SF-24, sono angosciati. Ecco perché
Circolo virtuoso o circolo vizioso, senza vie d’uscita. Chi è sempre più a suo agio e trae abbrivio anche dai problemi, chi s’arrovella su ciò che non va bene, se non su ciò che potrebbe andar peggio.
La cosa curiosa è che della prima categoria fa parte il solo Max Verstappen, posto in una condizione ideale, con quella macchina e un’incapacità ormai conclamata di sbagliare. Anche l’insoluto caso-Horner sembra scivolargli addosso. Forse il solo Fernando Alonso, fresco di firma con l’Aston Martin, si avvicina a quello stato d’animo.
UN POSTO IN MENO. Gli altri sono messi malino. Anche l’eccellente coppia della Ferrari, e nonostante la SF-24 sia una macchina buona e migliorabile. Carlos Sainz, dopo lo sganassone immeritato della mancata conferma per il 2025, era il reuccio del mercato ma uno dei sedili più allettanti se l’è preso il suo maestro Fernando Alonso: questi rimarrà in Aston Martin, che è squadra molto appetibile, considerando i larghi investimenti fatti in termini di strutture, di cervelli e di motori. Il presidente di HRC, Koji Watanabe, ha consegnato a Motorsport parole chiare: «Assieme a Stroll e al presidente di Honda, Toshihiro Mibe, abbiamo fissato l’obiettivo di puntare al campionato del mondo nel 2026».
Resta una minima possibilità, perché bisogna capire cosa farà da grande Lance Stroll, il figlio del patron. Quella squadra dovrebbe liberare tutto il suo potenziale ingaggiando un pilota più competitivo e costante. Ma questa oggi non è una porta spalancata: è una buca per le lettere.
AMAREZZE IN ROSSO.
Sainz resta sempre presente nella lista della Mercedes ma, se questa metterà in campo direttamente l’imberbe Kimi Antonelli, rischia di restare con il cerino in mano e finire nella Sauber-sarà-Audi: i tedeschi, già proprietari del team svizzero, entreranno ufficialmente nel 2026 ma difficilmente potranno essere competitivi prima del 2028. Una prospettiva di ripiego per Carlos, ormai abituato a muoversi nelle posizioni top.
E Sparta non ride: Leclerc deve sciogliere il nodo della qualificazione, in passato un suo punto di forza. Qualcosa gli manca nella comprensione delle gomme e ciò sta zavorrando anche le sue gare: nel confronto diretto Sainz gli è arrivato davanti tre volte su tre (Carlos era assente in Arabia Saudita per appendicite). Lo spagnolo è per lui uno spino nella scarpa e i due, per quanto il rapporto personale sia ottimo, hanno ancora da consumare assieme venti weekend.
GLI ANGOSCIATI. Neanche l’imminente ferrarista Lewis Hamilton se la ride, alle prese con la terza Mercedes recalcitrante a stare in pista. Il pluri-campione vorrebbe almeno chiudere la stagione davanti a George Russell (pure lui preoccupato perché gli tocca studiare da leader, cosa non semplice) e il pallottoliere finora dice Russell in vantaggio per 3-0 in gara (anche 4-0 considerando vincente un 17º posto contro un ritiro) e per 3-1 in qualificazione.
Lando Norris in McLaren è gravato com’è da uno spiacevole record: è in assoluto il pilota con più podi (14) ma senza vittorie. Il successo non si cura dei suoi sforzi e lo respinge come un muro di gomma. Il suo compagno Oscar Piastri, che al secondo anno in Formula 1 dovrebbe sbocciare, gli è indietro per 1-3 sia in qualifica sia in gara.
Sergio Perez deve perennemente dimostrare qualcosa alla Red Bull, e di recente Helmut Marko lo ha scartavetrato con una battuta: «E se gli facciamo firmare un biennale e lui si siede?»
Più dietro neanche parlarne, ché si entra in zona-incubo.
Hamilton aspetta solo la Rossa Alonso più sereno dopo la firma