Punto fermo nella Serie A degli indecisi
Pochi i tecnici sicuri di restare Roma e Lazio (con Tudor) a posto, Inzaghi non si tocca. Tutti gli altri sono appesi a umori e risultati
ARoma hanno preparato il futuro, l’Inter lo ha difeso con la forza di uno scudetto stravinto, Cagliari e Lecce si stanno avvinghiando al principio della continuità. Il resto della Serie A è un’incognita per gli allenatori, a prescindere dalla posizione di classifica. Sembra il Lago dei Cigni, il valzer di Tchaikovsky, con i club in fila a sospirare per il lieto fine nell’apoteosi celeste.
AVANTI COSÌ. De Rossi ha rinnovato ieri, Tudor è stato ingaggiato quasi l’altro ieri: Roma e Lazio sono a posto. Lo stesso l’Inter, sollevata dall’ascesa sulla ventesima stella: Simone Inzaghi non si tocca. Fin qui parliamo di territorio d’alta classifica, di stipendi milionari, di ambizioni internazionali. Ma anche chi lotta per la salvezza e si sta avvicinando al traguardo, vedi Claudio Ranieri e Luca Gotti, possono guardare avanti: se restano in Serie A, come la classifica attuale di Cagliari (31 punti) e Lecce (32) lascia immaginare, nessuno toglierà loro il posto.
PRECARIETÀ. Poi è tutto un gioco di incastri. E di umori. Del Milan e di Pioli, dopo la sfida dell’Olimpico che per lui era molto importante, parliamo a parte. La Juventus sembra orientata a cambiare, tra spifferi contrastanti e correnti interne, e potrebbe assumere Thiago Motta che a quel punto lascerebbe il Bologna. Ciao Allegri, grazie per averci riportato in Champions; ciao Bologna, grazie per avermi lanciato. Due cambi in uno, con ricadute naturali sulle altre. Vale anche per il Napo- li, che ringrazierà Francesco Calzona e vuole mettersi alle spalle per sempre una stagione da tre (tecnici): dovesse De Laurentiis scegliere Gasperini, l’Atalanta si ritroverebbe senza il suo Ferguson. L’idea Pioli è legata alle decisioni del Milan. Se invece il Napoli puntasse su Italiano, che già ha detto di voler provare emozioni diverse, a Firenze entre- rebbero in corsa Palladino (favorito), Gilardino e non solo. Beh, i due sono oggi seduti e saldi a Monza e Genoa, che a quel punto dovrebbero cercare malvolentieri un sostituto.
IN CORSA. Da altre parti conta molto il piazzamento finale. Juric vacilla al Torino, per
scarsa convinzione reciproca. Ma se la squadra riuscisse a centrare la qualificazione a una coppa europea, idea ancora realizzabile per chi è nono in classifica, il divorzio non sarebbe sconta- to. Più in giù, spesso dipende davvero dalla dicotomia tra sopravvivenza e caduta. Questione di uno o due punti, magari. A Frosinone per esempio andrebbero avanti a vita con Eusebio Di France- sco, che può conquistare la prima storica sal- vezza in Serie A, ma in caso di retrocessione cosa accadrebbe? Idem per Baroni a Verona: ha lavorato benissimo nonostante i problemi amministrativi della società che hanno provocato una rivoluzione tecnica a gennaio. Ma l’inferno sportivo dista appena un punto. Nicola stesso rimane se salva l’Empoli. Il Cioffi bis a Udine, ingaggio emergenziale, può invece esaurirsi anche davanti al brindisi per la conservazione della specie. Appare sicuro infine il nuovo corso al Sassuolo, dove il medico Ballardini non ha trovato la cura adatta, e alla Salernitana, dove Colantuono è arrivato come insegnante di sostegno temporaneo.