E Bergamo piange di gioia
Lacrime e commozione, sciarpate prima della fine. L’Atalanta ha fatto ancora una volta la storia: la qualificazione alle semifinali va nella bacheca dei ricordi. E l’urlo di gioia finale è qualcosa di indescrivibile, roba da cinema, come l’ennesimo capolavoro del Gasp. E la partita più importante della storia del club non ha deluso le aspettative nemmeno in tribuna. L’attesa lunga una settimana è stata scaricata già dal calcio d’inizio, quando la coreografia della curva Nord ha colorato di nerazzurro tutto il Gewiss Stadium: l’euforia s’è percepita sin dai primi istanti, dopo il rigore di Salah tutto il pubblico nerazzurro ha alza
to notevolmente il volume per spaventare un Liverpool parecchio in palla rispetto alla gara di Anfield. E a strozzare lagioia sono stati una trentina di centimetri, praticamente lo spazio che ha colto in fuorigioco Koopmeiners a pochi minuti dal 45’.
CAPOLAVORO. A sorridere, con qualche lacrima per la commozione, è stato anche Gian Piero Gasperini, osannato da tutto il pubblico. Quel “salta con la curva” finale è il canto di un popolo unito sotto il nome di un allenatore che da quando è arrivato a Bergamo ha scritto continuamente pagine di storia: stavolta alla terza occasione è riuscito a strappare la semifinale europea, un risultato da annali per una società che una quindicina d’anni fa lottava per non retrocedere. Oggi tutto è differente, ha il sapore del calcio romantico. La Dea del Gasp sogna ad occhi aperti con una città dietro che respira calcio. Nessuno dice niente, ma il traguardo ora è lì, a portata di mano.