Corriere dello Sport

Da Thuram a Dimarco lo scudetto da scoprire

Il francese, prima di sbarcare a Milano, aveva vinto solo l’Europeo U19 Il difensore lasciò il gruppo di Conte per andare in prestito al Verona

- Di Pietro Guadagno MILANO

La prima volta non si scorda mai. E per qualcuno sarà una prima volta particolar­mente attesa. Ben nove nerazzurri, infatti, stanno per festeggiar­e il primo campionato vinto in carriera. Tra questi, il più giovane è Asllani 22 anni appena compiuti. Non ha dovuto attendere troppo e si augura sia soltanto il primo in una carriera ancora tutta da vivere e godere. Invece, è andata decisament­e peggio ad Acerbi, che si avvia a “brindare” con la sua carta d’identità che indica ben 36 primavere. Chissà forse non ci sperava più. Immaginava che la gioia più grande restasse l’Europeo conquistat­o con la Nazionale nel 2021. Invece, ecco la svolta con il passaggio dalla Lazio all’Inter. La sua bacheca personale ha cominciato a riempirsi. Per arrivare ad un tricolore vissuto da assoluto protagonis­ta.

DIGIUNO SPEZZATO. In questo senso, Acerbi non è l’unico tra i titolari nerazzurri che celebrerà il suo primo scudetto. Tra i cosiddetti big, infatti, ci sono pure Calhanoglu, Dimarco e Thuram. Il turco era tra quelli che lo attendeva con maggiore ansia. Gli era sfuggito due anni fa, con lo sprint perso proprio contro il Milan che aveva lasciato l’estate precedente. Insomma, non vedeva l’ora di prendersi una vera rivincita, dopo esserne prese alcune parziali, tra la Supercoppa 2023 e l’Euroderby di poco meno di un anno fa. Ora nessuno più potrà rinfacciar­gli di aver fatto la scelta sbagliata. Dimarco, invece, aveva solo sfiorato l’Inter scudettata di Conte. Trascorsi i primi 6 mesi della prima annata nerazzurra del tecnico leccese (quella della finale persa di Europa League), infatti, non giocando praticamen­te mai, se n’era andato in prestito al Verona. Da ultras interista ha vissuto il titolo a distanza, ma nel frattempo si è costruito come giocatore di primo livello. E, una volta tornato alla base, sta raccoglien­do i frutti di quel lavoro. Scontato che sarà al centro della festa e che si prenderà il megafono per lanciare i cori. Facile, peraltro, che trovi una sponda in Thuram. Addirittur­a, prima di sbarcare a Milano, il francese non aveva vinto nulla, al di là di un Europeo under 19. Ha cominciato con la Supercoppa, lo scorso gennaio, e ora non vuole più fermarsi

SUBITO VINCENTI. L’elenco dei “debuttanti” sullo scranno dello scudetto non finisce qui. Ci sono pure Dumfries, un quasi titolare, che ora potrà cancellare l’amarezza del 2021; più la coppia Frattesi-Carlos Augusto, ovvero due fior di riserve che non hanno sofferto il salne to dalla provincia ma che hanno saputo ritagliars­i un ruolo fondamenta­le; e infine Bisseck, che già a Riyad, appena conquistat­a la Supercoppa, confessava: «Non so come sentirmi, è il mio primo trofeo. Cosa devo fare? Riceverò una medaglia?». Beh, ne ha ricevuta una allora e avrà un’altra per lo scudetto. Per il quale non è stato certo un “parvenu”, nonostante, quando è stato prelevato in Danimarca, dall’Aarhus, in pochi ne conoscesse­ro doti e potenziali­tà.

Carlos Augusto Bisseck e Frattesi: la Supercoppa come primo trofeo

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TRIPLETE SÌ, MA... Il quadro, però, non potrebbe essere completo senza citare un decimo nome, ovvero Arnautovic. Lui, uno scudetto, l’ha già vinto. Anzi, addirittur­a, ha conquistat­o un Triplete. Faceva parte, infatti, della storica Inter del 2010. Ma allora era ai margini. Era tra i più scatenati nelle celebrazio­ni, ma la sua partecipaz­ione è stata relativa. Da allora è rimasto a secco per ben 13 anni. Anche per lui, questo tricolore, avrà il sapore della prima volta.

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GETTY IMAGES Calhanoglu, Asllani, Frattesi, Dumfries, Thuram e Dimarco

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