Bastoni, Barella, Lautaro: l’asse
Bastoni, Barella e Lautaro. È quel che rimane oggi nella cerchia dei titolari dell’Inter che nella stagione 2020/2021 si laureò campione d’Italia sotto la guida di Antonio Conte. Il difensore, il centrocampista e l’attaccante disputarono rispettivamente 41, 46 e 48 partite stagionali componendo l’effettiva spina dorsale di una squadra che proprio con quel successo cominciava il suo ciclo vincente. Lo scudetto venne conquistato a distanza di 11 anni dall’ultima volta mentre, quest’anno, manca all’appello soltanto l’ultimo passo per la seconda stella. La triplice firma di Bastoni, Barella e Lautaro sarà ancora una volta ben impressa sul trionfo tricolore, con l’attaccante argentino a fare ovviamente da aprifila alla luce del suo ruolo da capitano e del titolo di capocannoniere (per la prima volta in carriera) che impreziosirà ulteriormente una stagione già di per sé vincente.
PILASTRO TRIPLO. Se i principi di gioco sono completamente diversi rispetto all’era Conte, sono stati mantenuti intatti sia il modulo sia la titolarità di queste tre pedine fondamentali, che da lungo tempo ormai rappresentano in tutti i reparti i punti di riferimento nella gestione tecnica di Simone Inzaghi. Come spiegato nell’articolo a parte, ben diverso il discorso per tutti gli altri giocatori presenti tre stagioni fa, perché magari erano stati impiegati maggiormente (come De Vrij) o non rientravano nel giro dei titolarissimi (come Sanchez, Darmian e Sensi). Il terzetto composto, invece, da Bastoni, Barella e Lautaro è rimasto ben saldo sugli scudi anche a distanza di tempo, facendo registrare una crescita esponenziale sul piano personale che di conseguenza ha fatto lievitare anche i prezzi dei cartellini e attirato l’attenzione a livello internazionale. Ovviamente il club interista li ha blindati o è pronto a farlo, come dimostra il contratto del difensore sottoscritto fino al 2028 e i rinnovi in arrivo per l’attaccante e il centrocampista.
Inzaghi e prima che la squadra si fermi in ritiro in vista dell’attesissimo match di lunedì sera. Altrettanto particolare è stata la giornata di ieri vissuta ad Appiano, dove al Suning Training Centre si è presentato il regista Gabriele Salvatores, da sempre grande tifoso dell'Inter. Il vincitore del premio Oscar nel 1992 è stato accolto da Simone Inzaghi per poi visitare tutti gli spazi del centro sportivo. E a proposito di Oscar, agli “Autogol” Hakan Calhanoglu ha consegnato idealmente il proprio riconoscimento: «Il miglior attore protagonista è la squadra. Personalmente ho dichiarato di sentirmi in passato il miglior regista, ma so che ci sono altri giocatori forti».