Perugia vola con il graffio di Leon
Successo in Gara 1 per gli umbri che chiudono in quattro set per il ritorno di Monza Poi il cubano sale in cattedra ed evita il tie-break Cambia il ritmo nei punti finali, determinante il suo ingresso. Giannelli tiene le fila. Esplosivi Plotnytskyi e Seme
(27-25, 25-18, 23-25, 25-23) SIR SUS VIM PERUGIA: Giannelli 6, Ben Tara 17, Russo 12, Flavio 9, Semeniuk 13, Plotnytskyi 18, Colaci (L), Leon 2, Solé. Ne. Candellaro, Held, Herrera, Toscani (L), Ropret. All. Lorenzetti.
MINT VERO VOLLEY MONZA: Cachopa 1, Loeppky 9, Galassi 10, Di Martino 4, Maar 9, Takahashi 18, Gaggini (L), Visic, Szwarc 16, Mujanovic. Ne. Comparoni, Morazzini (L), Beretta. All. Eccheli.
ARBITRI: Florian e Zanussi. Durata set: 35’, 27’, 31’, 35’. Tot.: 2h08’. Spettatori: 4.761.
Due sono le certezze nella vita: la morte, alla quale nessuno può scampare, e il PalaBarton inviolabile nella campagna play-off corrente. Con Monza che è l’unica che potrebbe confutare tale teoria: per quanto visto in gara 1, alzare l’asticella (e non di poco) sarà l’unica strada percorribile. Alla fine i conti la Sir li fa tornare, e non nella serata di massima vena: vince 3-1 una partita dove ha sempre condotto, ma dove piccoli cali le hanno ricordato che a queste latitudini è meglio non scherzare troppo col fuoco.
I SOLITI TENORI. Già essersi presa la prima mezzora di svago è sembrato un rischio non troppo calcolato. Monza sulle prime ne ha approfittato, con Takahashi e Galassi subito belli caldi: il centrale firma due ace (specialità della casa) e spinge subito la Mint sul +4, che diventa +6 sul 20-14 quando Di Martino punisce ancora una difesa pigra della Sir. Che capisce che è bene scuotersi, iscrivendosi al match con un muro di Russo, un ace di Semeniuk e un paio di attacchi di Plotnytskyi che rianimano all’istante il PalaBarton.
A Monza viene il braccino, ma sull’invasione fischiata a Perugia che consegna tre palle set al Vero Volley la pratica sembrerebbe in naftalina. Non la pensano così Plotnytskyi, Ben Tara e tantomeno Flavio, che riscatta un avvio opaco firmando gli ultimi tre punti bianconeri, con tante scuse per il ritardo (e un turno al servizio di Giannelli che fa malissimo alla ricezione brianzola).
RUSSO PIÙ LEON. La partita della Mint gira di colpo dalla parte sbagliata. Ma il merito è tutto di Perugia che alza sensibilmente i giri del motore limitando gli errori (8 nel primo set contro i 3 del secondo) e aggiusta le cose in ricezione (dal 9% al 40%). Eccheli si gioca la carta Szwarc richiamando in panchina Maar, lontano da quello ammirato nelle tre gare vinte contro Trento. Tardi per rimettere in piedi il secondo set, abbastanza per rientrare in partita nel terzo, dove la Sir prova a scappare con Ben Tara senza però chiedere il permesso a Loeppky e Takahashi, che rimettono Monza davanti. E quando Perugia sente di avere la partita in mano, due muri di Galassi la costringono a restare in campo un’altra mezzora. Che ha però un sapore diverso da quella iniziale: anche il compagno di merende in azzurro (cioè Russo) manda a referto due muri che illudono ancora una volta la Sir che sia tutto relativamente semplice, ma Monza è un cagnaccio e sul 18 pari arriva persino a mettere
la freccia grazie al produttivo ritorno in campo di Maar.
Lorenzetti allora gioca la carta “pesante”: inserisce Leon che lo ripaga con due attacchi vincente e l’ace col quale spacca in due la partita. Troppo anche per la Mint: Giannelli trova nelle mani di Russo le risposte a tutti i perché e la scienza per ora non fa progressi sulla seconda teoria, quella che non vede nessuno capace di passare da queste parti. Eccheli c’è già passato, ma di appunti sulla via che conduce a casa se n’è portati dietro tanti. A cominciare da Szwarc, la pedina che forse potrebbe sparigliare le carte nella serie.