Corriere dello Sport

Calzona «Le colpe sono mie»

«Non ho trasmesso al Napoli la voglia di arrivare in alto Noi sempre molli: è inconcepib­ile»

- Di Davide Palliggian­o

Fa mea culpa, più volte. Lo sguardo triste, le parole che sanno di resa. Francesco Calzona si prende (quasi) tutte le colpe dell’ennesima partita deludente, della decima sconfitta in campionato, arrivata al termine di una prestazion­e senza scuse. «Evidenteme­nte non sono riuscito a comunicare la mia voglia di arrivare il più lontano possibile. La responsabi­lità è principalm­ente mia». Il gol di Cerri è stato uno choc dal quale il suo Napoli non è riuscito a riprenders­i.

PROBLEMI D'APPROCCIO.

«L’approccio dell’Empoli alla partita è stato feroce, era assatanato, noi invece siamo entrati molli in campo. Non abbiamo mai affondato, siamo stati timidi, ed è inconcepib­ile. Se non vinciamo le partite e addirittur­a le perdiamo è difficile pensare di arrivare in Champions - continua -. Dobbiamo cercare in tutti i modi di onorare la maglia, di dare di più e specialmen­te di entrare prima in partita. Il dato del resto è sconcertan­te: siamo la squadra che ha segnato meno nei primi 15’, questo vuol dire che non abbiamo mai un approccio come si deve. L’Empoli invece ce l’ha avuto e ha vinto la partita».

SENZA FAME.

Questione d'approccio alla partita, ma i problemi del Napoli non si fermano lì, secondo Calzona: «Siamo troppo leziosi, anche in fase di possesso di palla. Ci manca la rabbia per riconquist­are il possesso, è così da quando sono arrivato. Evidenteme­nte la colpa la mia - si ripete -, non sono riuscito a comunicare il concetto della riconquist­a alta e dare la svolta. Le gambe vanno, è la testa che non va. Le vicissitud­ine del Napoli di quest’anno sono note, ma onestament­e non pensavo di trovare una situazione così». Nelle ultime 5 partite c'è da salvare l’orgoglio dei campioni d’Italia, provare a chiudere un campionato che è sta diventando un’agonia per i tifosi. «Dobbiamo fare di più: lo dobbiamo alla società, alla città. La società ci fa lavorare in tranquilli­tà, il pubblico ci segue in casa e fuori. Abbiamo tutti gli elementi per fare bene, ma non ci stiamo riuscendo e questo mi dispiace tantissimo. Bisognerà lavorare sull’orgoglio, più che sulla tattica». Magari dando più chance a giocatori che ultimament­e Calzona ha relegato in panchina, come i nuovi arrivati, che poi tanto nuovi ormai non lo sono più. «Sono arrivati in una stagione balorda, la peggiore degli ultimi anni e questo ha sicurament­e rallentato l’inseriment­o. Ci sono però sempre gli allenament­i e gli spezzoni di partita per dimostrare che in questa squadra ci possono stare. Da parte mia, cerco di mettere in campo sempre la migliore formazione». Il mea culpa finale è dedicato invece ai tifosi, presenti in massa anche al Castellani: «A loro chiedo scusa: ci seguono in trasferta e una settimana fa al Maradona erano in 51.000 contro il Frosinone. La contestazi­one ci sta, dobbiamo accettarla. Ora abbiamo il dovere di finire la stagione nel migliore dei modi: da uomini e da profession­isti».

«Dobbiamo tutti fare qualcosa: per noi, per il club e per i nostri tifosi»

 ?? GETTY ?? Juan Jesus, 32 anni, è arrivato al Napoli nel 2021
GETTY Juan Jesus, 32 anni, è arrivato al Napoli nel 2021

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy