Zielo perde e “rivince” lo scudetto
Il 30 giugno Piotr Zielinski consegnerà una maglia con lo scudetto e il 1º luglio riceverà un’altra maglia con lo scudetto. E non farà una piega o una sola grinza: sarà quella dell’Inter, da lunedì ufficialmente campione d’Italia anche per l’aritmetica. Al posto del Napoli. E di Zielinski. Che però, avendo già firmato con i nerazzurri da svincolato, scende da un trono per accomodarsi su un altro. Sì, tra cinque partite verserà un bel po’ di lacrime napoletane e poi si trasferirà a Milano, non è un segreto neanche per Pulcinella. E così comincerà una nuova vita un po’ vecchia. Da campione d’Italia.
Storia singolare, certo. Facciamo anche una strana, particolare, fortuita e fortunata coincidenza. Il Napoli di Zielinski è in piena crisi e sta vivendo una delle stagioni più paradossali in assoluto, considerando che soltanto un anno fa aveva dominato l’Italia conquistando uno scudetto mai in discussione: annaspa, colleziona rimpianti, rimorsi, contestazioni, figure magre e anche magrissime. E per di più è praticamente tagliato fuori dalla lotta per entrare in Champions, ben distante dall’Europa League e ormai quasi rassegnato a giocarsi le ultime chance per agganciare quantomeno la Conference League. Già. Eppure Piotr, reduce da una lunga serie di giornate grigie o nere tono su tono con il resto della squadra, l’anno prossimo continuerà a giocare in Champions. Farà la Supercoppa. E sulla divisa da gioco esibirà il secondo scudetto di fila. Un tricolore-bonus del suo nuovo contratto di giocatore dell’Inter, un simbolo della gloria ereditato ma non vinto da grandissimo protagonista come quello con il Napoli: conoscendolo un po’, e conoscendo l’amore sconfinato nei confronti di una città e di una squadra per le quali l’estate scorsa ha rifiutato uno stipendio arabo da 36 milioni in tre anni, pensando a tutto questo avrà i brividi anche lui. Ma cosa vuoi, è il calcio. E il calcio è un lavoro e la vita è così. E poi, tutto sommato, c’è molto di peggio che abdicare dal trono dei campioni d’Italia per poi salire su un altro.
Tricolore ereditato per una casualità Ma la sua “20” è occupata da Calha
MINI NEMESI. Buon per Zielo, allora. E prospettive mica male in campionato e in Europa. Eppure, beh, una piccola, piccolissima nemesi è dietro l’angolo: la maglia nerazzurra con lo scudetto ereditato non potrà essere la sua cara e adorata numero 20 di una vita, come quella azzurra. A Milano è di proprietà di Calhanoglu. E a qualcosa doveva pur rinunciare.