Corriere dello Sport

«NAPOLI, ORA BASTA REAGISCI»

Il tecnico non si nasconde alla vigilia della Roma «Mi aspetto motivazion­i e orgoglio. Io non ci sto» Intanto è scattato il ritiro «Produttivo, non punitivo C’è bisogno di stare insieme» «Tanti problemi, ma la squadra deve ritrovare la voglia di vincere e

- Di Fabio Mandarini

Francesco Calzona dice tutto: niente fronzoli, banalità, scuse o frasi fatte. A due giorni dalla partita contro la Roma, e a una settimana dalla bruttissim­a giornata di Empoli, non cerca alibi e non li crea. Anzi: la chiacchier­ata voluta con i media in occasione di una vigilia di campionato, la prima per lui dopo l’interruzio­ne decretata dal club a metà febbraio, rappresent­a l’occasione di annunciare ufficialme­nte cosa si aspetta dal Napoli, dalla squadra; cosa non è andato; cosa non gli è piaciuto; cosa deve cambiare immediatam­ente. «Abbiamo sprecato occasioni per riaggancia­re la classifica importante e dobbiamo prenderci le nostre responsabi­lità: io per primo, poi i giocatori che vanno in campo. Spero che vengano fuori l’orgoglio e le motivazion­i». Perché al Castellani, dal suo punto di vista, è successo esattament­e questo: «A Empoli è mancata la voglia di vincere. Fino a questa partita non avevo avuto la sensazione di una mancanza di voglia, però abbiamo concesso due occasioni e non abbiamo tirato in porta, ed è una cosa che m’ha sorpreso. È stata la prima volta. Contro il Frosinone avevamo creato tanto, pur sbagliando in area. Non è una questione tattica, ma di attenzione. Di voglia di andare oltre l’errore e di fare una rincorsa non prevista per recuperare il pallone e salvare la squadra. Ci manca questo: non vedo mai la rincorsa in più. Anche in fase difensiva: ci manca la voglia di non prendere gol. E non dipende solo dai difensori, ma dalla squadra». Un’analisi impietosa: «Non pensavo che i problemi arrivasser­o fino a questo punto in questa stagione così travagliat­a, ma non vuole essere una scusante: non significa che dobbiamo finire con questo andazzo. Anzi: dobbiamo reagire. Io non ci sto e l’ho detto ai ragazzi».

IL RITIRO. Da ieri, intanto, è scatti tato il ritiro: allenament­o, pomeriggio in famiglia e poi tutti a Caserta. Al Novotel. Casa azzurri almeno fino a domani: il provvedime­nto sarà prolungato se domani contro la Roma non arriverann­o una reazione e (meglio ancora) i punti. La corsa all’Europa continua, nonostante tutto: «Il ritiro non è punitivo, ma produttivo: abbiamo bisogno di stare tutpianifi­ca insieme il più possibile. È una scelta concordata con la società, sono stato d’accordo: stare lontano dalla famiglia può farti rendere conto che stiamo mancando. A Empoli sotto molto punti di vista. Abbiamo il dovere di lavorare e finire il campionato nel miglior modo possibile. Lo dobbiamo alla città, ai tifosi. Gli ultimi allenament­i, comunque, sono andati bene e ho rivisto l’entusiasmo giusto».

«I sostituti di Kim, Elmas e Lozano non hanno inciso tantissimo...»

LE CARENZE. E ancora, il problema del mercato: «Anche il presidente ha detto che ci sono problemi, se non sbaglio. Qualcosa in costruzion­e non è andata per il verso giusto: chi è arrivato

per sostituire giocatori importanti come Lozano, Elmas e Kim non ha inciso tantissimo, ma in una stagione così non è neanche tutta colpa loro. Mi aspettavo di incontrare meno problemi, ma dopo due o tre giorni mi sono reso conto che erano più del previsto». Parola al campo, allora. Alla partita: domani al Maradona, alle 18, si va in scena con la Roma. «Partita dura: sono in salute, hanno grande fisicità, sono forti sulle palle inattive... Ma se giochiamo da Napoli, anche noi abbiamo le nostre armi. Poi a fine anno, se avrò fatto male, non avrò problemi a dirlo pubblicame­nte».

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A destra Francesco Calzona, 55 anni
MOSCA, GETTY Da sinistra Mario Rui, Kvaratskhe­lia, Politano, Rrahmani e Ostigard A destra Francesco Calzona, 55 anni

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