Corriere dello Sport

MOTTA: IL FUTURO PUÒ A

«Nemmeno i miei calciatori chiedono che cosa farò e si limitano a parlare della gara che verrà, lo stesso fanno i tifosi. Pronti ad un ulteriore salto tecnico»

- Di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Le big d’Europa fanno pressing sul tecnico del Bologna Ma l’allenatore gela tutti e parla solo di questo gran finale

Per conoscere il futuro di Thiago Motta bisogna aspettare ancora. I giocatori non lo incalzano, non chiedono: «No e non lo hanno mai fatto. Pensano alla prossima partita come faccio io, perché dovremo fare la miglior partita della stagione». La gente di Bologna vorrebbe sapere, ma davanti a lui tutto si attenua. Non è facile. Chi ferma Motta per strada resta nella concretezz­a del presente, come vuole lui: «Mi fanno i compliment­i, dicono bravo, continuiam­o così, dobbiamo continuare con questo impegno fino alla fine. Dobbiamo regalare al nostro pubblico sempre questa gioia». Niente lo turba, niente lo sconvolge. Domani il Bologna può conquistar­e la certezza aritmetica di un posto in Europa. Eppure Motta resta trincerato nel suo presente: «L'unica cosa che conta è la prossima partita e come affrontere­mo la gara. Dobbiamo continuare con questo impegno fino alla fine e regalare al nostro pubblico questa gioia». L’Udinese al Dall’Ara non è però una sfida come le altre. «Dobbiamo tenere le orecchie dritte, ma il nostro obiettivo è offrire il miglior calcio ai nostri tifosi».

PIÙ CHIUSI.

Camminando per Bologna vedrete cosa sta succedendo: le vetrine dei negozi si sono colorate di rossoblù, la gente parla di trasferte, di coppe e di campioni. Il successo contro la Roma ha dato maggiori certezze. Motta si è rivisto la partita, gli errori e le cose buone. Per scoprire che sì, «possiamo ancora migliorare: dobbiamo alzare il livello tecnico della scelta collettiva. Possiamo migliorare». Infatti i bookmakers hanno cominciato a scommetter­e che nel giro di tre anni un tricolore potrebbe essere partorito sotto le due torri. Chissà. Vale tutto nel fantastico mondo del futbòl. Per fortuna che c’è Motta, pragmatico e concreto. «L’ambizione l’abbiamo sempre avuta, l’impegno non è mai mancato - dice il tecnico italo-brasiliano -, contro l’Udinese troveremo una squadra chiusa che fa blocco, noi dovremo capire come giocare».

CAPIRE. Nel giro di un anno, un anno e mezzo, una cosa è cambiata per davvero: la capacità di comprender­e il gioco. Il calcio è sport tattico e di fine ragionamen­to. Motta ha portato il Bologna a comprender­e perché attaccare e perché non farcontent­i

lo, quando difendere e quando no. «Ci sono squadre che lasciano spazio dietro e dobbiamo essere capaci di attaccare veloce, fare meno passaggi e fare gol. La situazione cambia e dobbiamo capire quando fare una cosa o l’altra». Il riferiment­o non è casuale: il gol alla Roma già ribattezza­to quello dei 36 tocchi deve essere il contraltar­e di un altro stile di gioco, quello con l’aculeo, veloce e velenoso. «Più maturi? I ragazzi capiscono i momenti», aggiunge ancora Thiago. La cosa davvero magica è che lo capiscono tutti. Anche se Motta predilige rose più corte, «qualità e non quantità: penso sia la cosa migliore. Abbiamo un gruppo di giocatori che partecipan­o poco, e questo non mi piace. Vorrei sempre una rosa ridotta e di grande qualità».

DUTTILI. Duttilità, così si affronta il calcio moderno. Chi è in grado di fare più ruoli con Motta ha più possibilit­à. Chi si specializz­a no. Orsolini, per esempio, deve cercare di ampliare il suo rendimento su entrambe le fasce. Non ce l’ha con lui, Motta parla in generale: «Se un giocatore vuole diventare più forte deve saper giocare a destra e a sinistra. Io ho giocato con Messi. Se lo mettevi difensore centrale non si tirava indietro. Per questo è il miglior giocatore al mondo. Michael Jordan nelle ultime azioni della partita si prendeva delle responsabi­lità in difesa, c'è una stagione in cui è stato pure miglior difensore. Se lo ha fatto lui… Per diventare il più forte devi essere completo». Come il Bologna.

«Duttili, possiamo segnare dopo un lungo fraseggio o in velocità»

 ?? LAPRESSE ?? Thiago Motta, 41 anni, domani alla sua panchina 113 in A A destra la gioia di Beukema, El Azzouzi, Ndoye, Aebischer e Zirkzee
LAPRESSE Thiago Motta, 41 anni, domani alla sua panchina 113 in A A destra la gioia di Beukema, El Azzouzi, Ndoye, Aebischer e Zirkzee
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy