Ferrari e la carica azzurra «Onore e responsabilità»
Parla il nuovo direttore tecnico della nazionale maschile e femminile «L’Europeo in casa e anche i Mondiali: speriamo in un anno perfetto L’obiettivo principale è costruire un gruppo forte, solido e unito»
«Per me è un grandissimo onore, ma anche una grande responsabilità». Così, Marcela Ferrari ha accolto la notizia della sua nomina, arrivata dall’ultimo Consiglio Federale della Federazione Italiana Tennis e Padel, a direttore tecnico della Nazionale maggiore, sia maschile che femminile, di padel. Un traguardo importante per lei – argentina, ma trasferitasi in Spagna sin dall’età di 5 anni – dopo aver già ricoperto per diverso tempo in azzurro il ruolo di CT. Ringraziando la FITP per la fiducia in lei riposta, l’ex giocatrice ha raccontato ai nostri microfoni le sue sensazioni sul movimento padelistico italiano, fissando subito degli obiettivi importanti: «Speriamo che questo possa essere, con gli Europei in casa a Cagliari e il Mondiale, un anno perfetto per l’Italia».
Argentina, Spagna e Italia. Per il padel, giocando e allenando, ha girato il mondo intero. Che differenza c’è tra questi paesi nell’insegnamento della disciplina?
«In tutti questi paesi il calcio è importantissimo, e poi c’è anche il tennis, da dove sono venuti e vengono quasi tutti i giocatori e le giocatrici di padel. All’inizio, quasi nessuno conosceva questo sport. Se guardiamo in casa nostra, stiamo sicuramente lavorando duramente, e ora comincia a esserci chi ha l’opportunità e le qualità per dedicarsi al padel come un professionista. È chiaro, secondo me, che la sostanziale differenza con Spagna e Argentina la faccia il tempo, inteso come tradizione, perché in questi paesi ci si abitua oramai al padel già da bambini. Molti azzurri e azzurre sfruttano il loro tempo per allenarsi proprio in Spagna, dove appunto ci sono accademie e allenatori di altissimo livello, oltre a tanti avversari con cui potersi misurare. In Italia, tutti stanno dando il loro massimo per portare stabilmente il movimento sul podio mondiale, e da qualche anno già siamo in lotta per riuscirci. La FITP sta facendo un ottimo lavoro con i suoi tecnici, e spero che in futuro in molti non debbano obbligatoriamente allenarsi all’estero, potendo
rimanere qui. È solo questione di tempo, ma non bisogna assolutamente dimenticare che l’asticella si sta alzando in tutCarolina to il mondo».
Conosce benissimo il movimento, soprattutto al femminile. Parliamo di Carolina Orsi, secondo lei riuscirà a entrare nella top 20 del ranking FIP?
«Ci sono tanti giocatori o giocatrici che possono avere grandi ambizioni. Carolina Orsi sta crescendo in maniera incredibile. È mancina, colpisce benissimo al volo, e anche nell’ultimo torneo – dove la sua compagna,
Navarro, si è infortunata – ha mostrato tutti i suoi miglioramenti nella fase difensiva. E proprio con Navarro, ex nu
mero uno al mondo, potrà salire ancora di livello, come tante altre connazionali».
E del maschile, visti anche i recenti risultati della coppia Abbate-Graziotti, cosa ne pensa?
«Non so chi andrà all’Europeo, è difficile focalizzarsi su un nome in particolare. Ci sono Simone Cremona, Marco Cassetta e altri che stanno giocando sempre meglio. E lo stesso vale per i più giovani, come lo sono Abbate e Graziotti. In generale, dico che finalmente c’è chi sta giocando con costanza anche nei tabelloni di alto livello all’estero, una cosa che fino a qualche anno fa mancava».
Ci dica qualcosa di più sugli Europei e sui Mondiali, quale può essere un obiettivo concreto per la Nazionale femminile e quella maschile?
«Innanzitutto, vogliamo costruire un gruppo solido e unito, che sia conscio della maglietta con la quale scende in campo, e che le renda onore. Per quanto riguarda il femminile, è da un po’ di tempo che la squadra è la terza forza mondiale dietro a Spagna e Argentina. Un risultato che già a oggi non è scontato, e che non sarà facile da raggiungere sul campo, considerando anche la presenza di un numero sempre maggiore di nazionali competitive, in particolare il Brasile, la Francia, la Svezia e il Portogallo. Per il maschile, invece, tenteremo a tutti costi di tenere la nazionale ancora una volta tra le migliori otto del mondo».
A lungo termine, invece, qual è il sogno?
«Per me, così come per tutto lo staff, è quello di fare una squadra tecnicamente sempre più forte. Le ambizioni devono essere massime. Ora guardiamo soprattutto all’Europeo in casa, ma speriamo di avere qualcuno che si avvicini sempre di più al numero uno del ranking mondiale: nelle finali più importanti sul circuito si è già vista la bandiera brasiliana o quella portoghese, dobbiamo lavorare affinché si veda anche quella italiana».
«La FITP lavora davvero benissimo ma l’asticella si alza in tutto il mondo»
«Orsi sta crescendo in modo incredibile E con Navarro alzerà ancora il livello»