Rarissima macchina fotografica detective
Il prezioso pezzo va ad arricchire il patrimonio del Museo dei Mezzi di Comunicazione di via Ricasoli
AREZZO
Il Museo dei Mezzi di Comunicazione si arricchisce della rarissima macchina fotografica detective a forma di libro. È il direttore Fausto Casi ad annunciarlo dopo una lunga e difficile caccia alla rarità. "Sapevo dell'esistenza - dice Fausto Casi - ma non ero mai riuscito a trovarla. Adesso sono contentissimo che il Museo dei Mezzi di Comunicazione e la città di Arezzo possano vantare il possesso di un pezzo decisamente raro e innovativo per l'epoca e oggi una testimonianza nel settore dell'immagine decisamente di interesse generale". Si tratta, apparentemente, di un libro rivestito in pelle maculata della fine dell'ottocento. Naturalmente quel volume non è una raccolta di pagine. In realtà infatti l'interno è svuotato e nasconde una macchina fotografia. È praticamente l'antenata di una "microspia" la macchina fotografica detective scoperta da Fausto Casi. "Dai dati in mio possesso - dice il direttore dei Mezzi di Comuncazione - è praticamente unica. Se ne parla solo in alcuni libri della sua costruzione. Forse un esemplare è custodito in un museo francese". Di sicuro d'ora in avanti sarà visibile nelle sale del museo di via Ricasoli e arricchisce la collezione di circa 4mila pezzi messa insieme da Fausto Casi. "Sono molto contento - ribatte il direttore del museo - di averla ritrovata e di poterla mettere a disposizione del nostro sito. Sono contento perché solo la macchina fotografica vale una mostra. Ho già una macchina fotografica a forma di cannocchiale e una macchina fotografica inserita in un panciotto. Tutte venivano costruite alla fine dell'ottocento per attività di spionaggio".