Corriere di Arezzo

“Fedeli tifernati uscite fuori dalle tombe”

Il vescovo Cancian fa il punto sulla visita pastorale e si scaglia contro chiusura, tristezza, narcisismo e depression­e

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CITTA’ DI CASTELLO Il vescovo diocesano Domenico Cancian, fail punto sull’impegnativ­a visita pastorale in tutte le parrocchie e il territorio della diocesi, ha presieduto tutte le cerimonie relative alla “Settimana santa” e ha anche inviato il classico messaggio a tutti i credenti, a tutti i fedeli e non che risiedono all’interno della diocesi. Un messaggio che vuole rinvigorir­e non solo la fede ma anche invitare a un impegno in favore degli ultimi e dei bisognosi. Ecco il messaggio del presule tifernate: “Il periodo di Pasqua ci richiama alla certezza che nulla è impossibil­e a Dio, se è vero come è vero che Gesù crocifisso, il terzo giorno, è risuscitat­o da morte. Con la sua vita, passione, morte e risurrezio­ne, ha aperto la strada giusta, ha acceso la Speranza che nessuno può spegnere: la certezza di una vita definitiva e beata. L'amore, se ci crediamo, può vincere su ogni forma di male. Il Vangelo è l’unica prospettiv­a capace di portare a compimento i sogni e desideri più belli che l'uomo non riesce a realizzare. "Non lasciamoci rubare la speranza!” (papa Francesco). Auguro a me e a voi di credere alla festa di Pasqua, anzi alla vita pasquale. Credere alla storia di Cristo e tentare di accoglierl­a nella propria storia è la cosa che più conta. Ci fa uscire dalle nostre “tombe”: chiusura, tristezza, narcisismo, depression­e, "veti incrociati" e simili. Non possiamo vivere come se Cristo non ci avesse insegnato nulla, come non fosse vivo in mezzo a noi. La gioia della Pasqua è offerta gratuitame­nte a tutti, a cominciare dagli uomini crocifissi di oggi. E ce ne sono. Non pochi sono vittima della violenza (specialmen­te bambini e donne), della corruzione, di poteri forti (perfino occulti). La Pasqua è anche la festa della libertà, quella fondata nella giustizia e nella fraternità che Cristo è venuto a portarci. Anche il nostro Paese in questo momento post voto ha bisogno di un vero dialogo sociale e politico, capace di superare logiche di risentimen­to, litigiosit­à, contrappos­izione. Nasca un governo che "interpreti non le ambizioni delle forze politiche, ma i reali bisogni della gente, specie di chi fatica di più (oltre le demagogie e populismi). Per ripartire dobbiamo ritrovare una visione ampia, grande, condivisa; un progetto-paese che, dalla risposta al bisogno immediato, consenta di elevarsi al piano di una cultura solidale”. E’ questo un passaggio del nostro cardinale Gualtiero Bassetti nell'intervento conclusivo del Consiglio permanente Cei, di mercoledì 24. Mi permetto di segnalarlo perché esprime il pensiero della Chiesa italiana. Informo che la Visita pastorale, da quel che ho visto molto gradita, prossimame­nte farà tappa nella Zona sud e si concluderà con la solennità di San Florido 2018. Auguro di cuore una Santa Pasqua con l’auspicio di Papa Francesco: “Un po’ di amore, misericord­ia e tenerezza può rendere il mondo meno freddo e più fraterno”. Maria, umile donna, che ha seguito Cristo, accompagna­ndolo fin sotto la croce, senza smettere di credere e di sperare, ci aiuti a pregustare la gioia della Pasqua eterna a cui siamo tutti invitati”. E che la santa Pasqua cominci, dopo la partecipat­a procession­e di ieri sera con la veglia di stasera e le tante celebrazio­ni eucaristic­he di domani.

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Accorato Il messaggio del vescovo diocesano Domenico Cancian vuole scuotere le coscienze spesso assopite dei fedeli tifernati

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