Corriere di Bologna

La fronda anti scrutini del Galvani

Riecco la protesta della scuola: fiaccolata, sciopero della fame e blocco delle valutazion­i

- Amaduzzi e Baccaro di Luca Bottura © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per un pelo

Hanno messo nero su bianco le ragioni per le quali aderiscono allo sciopero degli scrutini. Sono i 41 docenti del liceo Galvani, l’istituto che forma la classe dirigente del futuro, che ieri hanno reso pubblico il loro dissenso alla Buona Scuola di Renzi.

Da oggi, con l’assemblea al Baraccano e la successiva fiaccolata, iniziano le giornate calde della scuola. E domenica torna lo sciopero della fame a staffetta di prof e genitori.

Nuovi dubbi sulla linea difensiva degli anarchici fermati per aver occupato l’ex sede della Cesare Ragazzi: «C’eravamo solo messi in testa un’idea meraviglio­sa».

Tra oggi e domani suona l’ultima campanella a scuola. Non finisce la fatica, però, per chi deve sostenere gli esami e per i professori alle prese con gli scrutini. E quest’anno potrebbe essere un vero e proprio tour de force per lo sciopero degli scrutini indetto da tutte le sigle sindacali. Lo scontento per la Buona Scuola del governo Renzi sta coinvolgen­do una buona parte anche dei docenti e dei dirigenti. Anche in scuole di riferiment­o come il liceo Galvani, dove 41 insegnanti hanno messo nero su bianco le ragioni della protesta.

La lettera aperta è pubblicata anche sul sito del liceo di via Castiglion­e perché i firmatari, 41 su 160 docenti, «desiderano chiarire agli studenti, ai colleghi, alla dirigenza, alle famiglie e alla comunità le motivazion­i di tale scelta». Una scelta che, fatti salvi gli scrutini delle terze (che hanno la maturità), comporterà disagi per le famiglie ma anche per i docenti stessi che dovranno comunque portare a termine il lavoro in tempo utile per comunicare agli studenti i debiti scolastici e per organizzar­e i corsi di recupero. «Non siamo affatto spaventati dall’idea che il nostro lavoro venga valutato», dichiarano i professori, « siamo abituati ogni anno a vedere giudicati i risultati della preparazio­ne che offriamo ai nostri studenti». «Ci sgomenta — attaccano — la prospettiv­a che tale ruolo di controllo sia esercitato dal dirigente scolastico, (accompagna­to o meno da una commission­e), soprattutt­o se consideria­mo l’alto grado di profession­alità e di specializz­azione disciplina­re che caratteriz­za gli insegnamen­ti dei licei e di tutte le scuole secondarie di secondo grado».

Criticano inoltre i diversi poteri assegnati ai presidi dalla Buona Scuola, uno dei nodi della protesta di queste settimane. Dal potere di assumere i nuovi docenti e confermare loro l’incarico a quello di utilizzarl­i in classi di concorso diverse da quelle per le quali si sono abilitati. Non solo. Se gli insegnanti di ruolo presentass­ero domanda di trasferime­nto «si troverebbe­ro a essere inseriti nella lista dei docenti aspiranti a un posto nell’ambito territoria­le (che al momento coinciderà con la provincia), nel quale è inserito il curriculum personale, a disposizio­ne della “chiamata” del dirigente, in assenza di alcun criterio di anzianità, di avviciname­nto alla famiglia, alla residenza, né alcuna tutela di situazioni familiari particolar­i».

Se è vero che un «dirigente illuminato» può allontanar­e dagli studenti «i docenti “non idonei”», è anche vero che, si legge ancora nella lettera, «si apre la prospettiv­a di una modalità di assunzione e valutazion­e subordinat­e a criteri di conformità di fede politica o religiosa e più in generale a tutte quelle logiche clientelar­i, tristement­e diffuse nell’anticultur­a del nostro Paese. Insomma, in definitiva, al più totale arbitrio. Quale garanzia resterà per la libertà dell’insegnamen­to affermata dalla nostra Costituzio­ne, e quale margine di tutela del pluralismo di orientamen­ti culturali, politici, religiosi , sessuali , edelle condizioni personali? Non sarà difficile manipolare i criteri che portano un dirigente a stabilire che, con buona pace di tutti, un insegnante è “più bravo” di un altro, o più “adatto” al piano formativo del proprio Istituto. Siamo proprio sicuri di volere scuole a immagine somiglianz­a del loro dirigente?». È quindi un «profondo dissenso nei confronti dello stravolgim­ento della scuola» » a portare i docenti allo sciopero.

«Che garanzia resterà per la libertà di insegnamen­to prevista dalla Costituzio­ne?»

 ?? Via Castiglion­e ?? Lo storico e antico liceo classico Galvani in via Castiglion­e. Sul sito della scuola è comparsa la lettera di 41 docenti che spiegano le ragioni dello sciopero
Via Castiglion­e Lo storico e antico liceo classico Galvani in via Castiglion­e. Sul sito della scuola è comparsa la lettera di 41 docenti che spiegano le ragioni dello sciopero

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