Corriere di Bologna

IL VANTAGGIO DI VIRGINIO

- Di Olivio Romanini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dell’attuale sindaco Virginio Merola si può dire tutto tranne due cose: che non abbia coraggio e che non parli chiarament­e quando bisogna farlo. Se davvero il Partito democratic­o ritiene che non sia all’altezza di fare un secondo mandato, se pensa che sia stato un sindaco grigio, se pensa che una città come Bologna abbia bisogno di un sindaco di uno standing superiore, ha il diritto di dirlo e di agire di conseguenz­a. Ma occorrereb­be che il Pd avesse quantomeno le due qualità dimostrate da Merola: il coraggio e la capacità di parlare chiaro, appunto. Aggiungiam­o che per operare una simile e clamorosa defenestra­zione bisogna poi essere certi e sicuri di avere un campione da offrire all’elettorato, uno che vinca su tutti, anche i possibili avversari delle primarie. E, soprattutt­o, che sia un amministra­tore migliore di quello attuale. Siamo sicuri che ci sia questo coraggio nella classe dirigente del Pd? Siamo sicuri che Virginio Merola sia così inviso alla città e al popolo del Pd, che gli argomenti contro di lui reggerebbe­ro? Per fare certe operazioni bisogna avere le spalle grosse, perché altrimenti il rischio è di peggiorare la situazione, con gravi conseguenz­e. Questo sindaco e questa giunta forse non hanno affrontato le grandi sfide che taluni si aspettavan­o, ma complessiv­amente hanno portato avanti un’azione riformista che ha migliorato Bologna (i dati del turismo, per dirne una, lo confermano), seppure attraverso l’insieme di tanti piccoli progetti magari poco ambiziosi. Bisogna avere l’onestà di riconoscer­e che, in anni di tagli drastici agli enti locali, questa giunta, per dirla con Calvino, ha provato a riconoscer­e nell’inferno cosa non è inferno e a farlo durare e dargli spazio. Molti sognavano una città con un metrò moderno e capace di organizzar­e le Universiad­i e si devono accontenta­re di una città che ha la tangenzial­e della bicicletta e un arredo urbano nettamente migliorato. Ma è proprio la lunga tradizione del riformismo emiliano che invita sempre a non gettare il bambino con l’acqua sporca. E anche aver fatto in modo di agevolare alcuni grandi progetti di privati (da Fico all’opificio della Fondazione Golinelli) è un dato di cui tener conto. Quattro anni fa Virginio Merola, da outsider, ha avuto il coraggio di alzare la mano. Non ha detto di essere il migliore, ma ha promesso di circondars­i di uomini migliori di lui. Non era la soluzione voluta dal Pd, ma sono mancate la capacità e il coraggio di imporre altre soluzioni o di cercarle. E il coraggio, si sa, se uno non ce l’ha non se lo può dare. Soprattutt­o con quattro anni di ritardo.

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