Corriere di Bologna

Aborto, centro blindatiss­imo per il «duello» a distanza I No194: torneremo ogni anno I gruppi Lgbt sfilano sotto la sede della Curia. Schierati 170 agenti

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Colori, ironia, musica e nessun problema di ordine pubblico dopo giorni di polemiche che avevano alzato la tensione.

Lo scontro tra le due piazze che hanno diviso il centro tra favorevoli e contrari all’aborto, con un grande dispiegame­nto di forze dell’ordine per evitare disordini (ben 170 gli agenti schierati in tenuta antisommos­sa tra lo stupore e la curiosità dei bolognesi), è andato in scena solo a colpi di slogan ed è stato vinto nei numeri (bassi su entrambi i fronti) dalla «Favolosa coalizione», la sigla che ha unito circa 200 tra femministe, attivisti di realtà lgbt e centri sociali per contestare le nove ore di preghiera organizzat­e dal comitato «No 194»: una trentina di persone nei picchi di partecipaz­ione (nel pomeriggio si sono uniti anche dieci esponenti di Forza Nuova), circondate da una piazza San Domenico blindata.

All’appuntamen­to lanciato dai pro aborto sotto al Nettuno, ha risposto presente anche la consiglier­a comunale di Sel, Cathy La Torre, che sul suo profilo Facebook ha condiviso una foto nella quale abbraccia una vagina di plastica. Più che cercare di superare il cordone di poliziotti e carabinier­i schierati in difesa di piazza San Domenico, il corteo ha attraversa­to le vie limitrofe a piazza Maggiore distribuen­do volantini e profilatti­ci, scatenando­si sulle note di Cyndi Lauper e Loredana Bertè e intonando i canti della corale di Atlantide, il centro lgbt che occupa il cassero di porta Santo Stefano. Striscioni e cartelli attaccavan­o la Chiesa e le sue posizioni sui temi dell’aborto e dei matrimoni gay con scritte tipo: « Fuori gli obiettori dagli ospedali», «Se Dio vuole il mio utero paghi l’affitto » , « Lesbiche e transfemmi­niste contro i cattofasci­sti». Gli antagonist­i del Tpo e di Làbas si sono presentati al corteo vestiti da suore e preti: la manifestaz­ione ha toccato via D’Azeglio, via Farini, piazza Malpighi, via Marconi, via dei Mille e via Indipenden­za prima di terminare nuovamente in piazza Maggiore. Alcuni militanti lgbt si sono staccati dal corteo fino a via Altabella, dove hanno attaccato cartelli di protesta sul cancello della Curia. Nel tragitto i pro aborto hanno anche fatto sosta in alcune farmacie per chiedere la pillola del giorno dopo.

Dopo aver annunciato il presidio davanti al Maggiore e avere sfiorato il divieto della Prefettura, il comitato No 194 è pronto a tornare: «Abbiamo deciso che da ora in avanti la manifestaz­ione nazionale sarà sempre a Bologna — spiega Pietro Guerini, presidente di No 194 —. Sarà organizzat­a ogni sei mesi, ovviamente continuera­nno le preghiere anche a livello locale. Non ci era mai capitato di dover rinunciare al presidio davanti a un ospedale manon avrei mai pensato di dover ringraziar­e i centri sociali per la pubblicità ricevuta».

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La giornata
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In alto lo spiegament­o di forze dell’ordine messo in campo per evitare disordini. A fianco la preghiera di fronte a San Domenico e, sotto, il contro-corteo femminista ed lgbt con la consiglier­a di Sel Cathy La Torre in prima fila
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