Migranti, la Regione in campo In 200 in piazza dell’Unità, la Gualmini pronta a riceverli
Rimpatri, frontiere chiuse, trattative con Bruxelles: ieri pomeriggio in piazza dell’Unità arrivavano solo lontani echi delle misure d’emergenza di cui il governo italiano discute in queste ore per arginare quella che è ormai diventata un’emergenza umanitaria (più di 57 mila profughi sono arrivati in Italia da gennaio).
Il coordinamento migranti dell’Emilia-Romagna ha manifestato per chiedere un permesso europeo di due anni senza condizioni: «Solo l’apertura dei confini può fermare le stragi in mare». Alla Regione, invece, chiede l’apertura di un tavolo per uniformare la gestione dei permessi di soggiorno tra Prefetture e Questure, accusate di adottare pratiche sempre più restrittive. L’assessore regionale al welfare e all’immigrazione Elisabetta Gualmini incontrerà una delegazione venerdì prossimo.
Erano poco più di duecento ieri i migranti che hanno partecipato alla manifestazione ma rappresentavano le comunità di Modena, Vignola, Rimini, Ferrara e Bologna. Tutti con un’unica rivendicazione: «Siamo cittadini come gli altri e pretendiamo rispetto e libertà di decidere dove e come vivere».
Chi vive in Italia da anni, come i quasi 600 mila stranieri presenti in Emilia-Romagna, vede svanire diritti a causa della crisi.
Sylla Modou Yacine, in Italia dal 1986, è operaio metalmeccanico a Rimini con due figli, di cui una sola, di appena 3 anni, nata qui: avrà la cittadinanza a 18 anni. Una famiglia spaccata dalla burocrazia. «Devo rinnovare il permesso di soggiorno ogni due anni per me, mia moglie e mio figlio. E ogni volta verso allo Stato 500 euro».
Hanza, quasi 20 anni, è arrivato a Bologna piccolissimo dalla Tunisia. «Lavoro da quando ne avevo 16. L’anno scorso sono stato licenziato: la Questura mi ha ritirato il permesso».
Poi c’è chi ha già un foglio di via in tasca. Abdul, 36 anni, marocchino in Italia dal 2013. Lavorava in una cooperativa come facchino, quindi ha deciso di aprire un negozio di kebab, a Vignola: «Ma quando sono andato per rinovare il permesso me l’hanno revocato: la cooperativa non aveva versato i contributi».