Gru sbagliata, permessi da rifare Il pasticcio del Battiferro
Rinviati i lavori di demolizione della ciminiera in via della Beverara: si comincia lunedì
Per i lavori di demolizione della ciminiera dell’ex centrale idroelettrica del Battiferro servirà una gru più alta, per questo i cantieri che già da ieri dovevano entrare nel vivo sono stati posticipati a lunedì prossimo. La macchina arriverà in città oggi da Torino, ma gli uffici comunali hanno dovuto fare partire la nuova richiesta di autorizzazione all’Enac, allungando così i tempi per l’abbattimento. Il destino della ciminiera pericolante è comunque segnato, nonostante le proteste di alcune associazioni.
Il condannato ha ricevuto qualche giorno di grazia ma la sorte è comunque segnata, nonostante le voci contrarie alla demolizione: slitta (di poco) l’abbattimento della ciminiera dell’ex centrale idroelettrica del Battiferro in via della Beverara, giudicata pericolante e a serio rischio crollo.
Ieri i cantieri del Comune sarebbero dovuti entrare nel vivo ma i curiosi che si fossero appostati per vedere al lavoro gli operai sarebbero rimasti molto delusi: le operazioni sono state posticipate a lunedì, regalando un ultimo fine settimana alla struttura, tutelata dalla Soprintendenza per i Beni artistici, perché considerata un patrimonio dell’architettura industriale, facendo parte dello storico complesso del Battiferro inaugurato nel 1900 e dismesso nel ‘61. Nessun mistero né tantomeno ripensamenti da parte di Palazzo d’Accursio, la spiegazione è molto semplice: durante la fase di cantierizzazione è stato necessario chiedere l’utilizzo di un’altra gru, più alta rispetto a a quella inizialmente prevista. Per rendere effettivo il cambiamento gli uffici comunali hanno dovuto chiedere all’Enac ( Ente nazionale per l’aviazione civile) un’altra autorizzazione, comunicando le caratteristiche della nuova gru e il suo posizionamento cambiato: la macchina è partita ieri da Torino e arriverà oggi. «Prevediamo di iniziare la demolizione parziale della ciminiera all’inizio della prossima settimana», ha spiegato il Comune. Il sindaco Virginio Merola aveva firmato l’ordinanza d’urgenza per l’abbattimento perché in seguito a diversi sopralluoghi tra aprile e maggio era risultata compromessa a livello strutturale: «Danneggiata a circa un terzo della sua altezza, dove gli elementi orizzontali sono disconnessi, causando instabilità». Nel piano per la demolizione è previsto che la torre venga «smontata» e i pezzi conservati, come era successo nel giugno del 2012 con la ciminiera dell’ex Molino Parisio di via Toscana, compromessa dal sisma emiliano.
Già in quell’occasione, l’associazione Italia Nostra aveva criticato apertamente l’intervento di demolizione. «Sappiamo bene che la sicurezza è molto importante — ha spiegato il presidente della sezione bolognese dell’associazione, Daniele Benati —. Esistono però dei possibili interventi di recupero prima di arrivare a queste soluzioni estreme. Si sta commettendo lo stesso errore del 2012, quando sull’onda della preoccupazione postsismica si decise di abbattere la ciminiera di via Toscana. Molti non capiscono che si tratta di simboli importanti per le periferie, come le Due Torri per il centro».
L’assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Malagoli, nei giorni scorsi non ha però lasciato spazio per possibili retromarcia: «Il pericolo è concreto e negli ultimi tempi la situazione stava peggiorando rapidamente».
L’area tra via Darwin e via della Beverara è in parte recuperata, come l’ex fornace Galotti trasformata nel Museo del patrimonio industriale, ed è rimasta a lungo in attesa del progetto dell’Università che in quella zona voleva portare il Dipartimento di Biotecnologie, ma l’idea è stata abbandonata a causa della mancanza di risorse. Ora Palazzo d’Accursio sta cercando un compratore per il comparto e la speranza del «Comitato salviamo la centrale del Battiferro» è che l’abbattimento porti a velocizzare la procedura. «Tutto è rimasto bloccato per motivi di sicurezza — spiega il vicepresidente Jacopo Ibello —. Ovviamente non siamo felici per la demolizione ma speriamo che possa servire per portare finalmente alla riqualificazione, sarebbe stato utile avere una continua manutenzione».