Corriere di Bologna

«Noi, decimati» Grido di dolore della Biblioteca Universita­ria

- An. B.

Da più di 80 a 24 dipendenti: l’organico della Biblioteca universita­ria è ridotto all’osso. A tal punto da non poter più garantire una serie di servizi agli utenti di una collezione pregiatiss­ima da più di 1 milione di volumi, con manoscritt­i ed edizioni antichissi­me. A lanciare l’allarme è la funzionari­a Rita De Tata: «Dal 2000 siamo passati dalla competenza del Ministero dei Beni culturali all’Università ma non c’è più stato il ricambio del turn over».

Un patrimonio di oltre un milione di volumi, migliaia di manoscritt­i ed edizioni antiche, incunaboli, papiri in lingua greca e latina. È una collezione di inestimabi­le valore quella della Biblioteca Universita­ria di via Zamboni, nello splendido Palazzo Poggi. Ma è anche una collezione la cui fruizione e consultazi­one è sempre più complicata a causa del progressiv­o assottigli­arsi dell’organico. A lanciare l’allarme è la dottoressa Rita De Tata, funzionari­a biblioteca­ria che da maggio, quando è andata in pensione la direttrice Bianca-stella Antonino, ne fa le veci. «Da lunedì 31 agosto la biblioteca riapre i servizi dopo la pausa estiva — ha comunicato agli utenti — ma sarà costretta ad adottare, nei pomeriggi di martedì e giovedì, la distribuzi­one a fasce orarie del materiale moderno non conservato nella torre libraria».

A barcamenar­si tra strati di storia e avanzatiss­ime tecnologie di archiviazi­one e consultazi­one, come la torre libraria dotata di robot elevatore elettronic­o, oggi sono 24 dipendenti. Nel 1998 erano 84. «Dal 2000 — spiega De Tata — non c’è più stato turnover. Nessuna delle persone andate in pensione è stata sostituita e noi che resistiamo iniziamo ad avere una certa età». Non è ancora stato bandito neanche il concorso per il posto vacante da direttore.

Dal 2000 c’è stato il passaggio di competenze dal ministero dei Beni culturali all’Università, non ancora completato perché i dipendenti afferiscon­o ancora al ministero. «Di fatto se ci rivolgiamo al ministero dei Beni culturali per lamentare le carenze di organico, ci rispondono che non è più loro competenza. L’Università dal canto suo non ha i fondi e si deve aspettare il completame­nto del passaggio di competenze, che a questo punto non si sa quando avverrà».

Nel corso degli anni la biblioteca ha già dovuto ridurre pian piano i servizi: dall’orario di apertura a quello dei prelie- vi, poi è stata la volta della sala manoscritt­i, aperta solo due volte a settimana. In quella sala sono conservate testimonia­nze di epoche e civiltà disparate: dai manoscritt­i arabi, turchi e persiani alla carta armena, dal fondo del naturalist­a bolognese Aldrovandi, fino al calendario rituale messicano dipinto su pelle di daino. Nel 2014 la biblioteca ha avuto più di 67 mila utenti e prestato quasi 21 mila volumi. Ma fino a quando non si troveranno i fondi per garantire il turnover del personale, «non sarà possibile garantire — l’avviso agli utenti — né la continuità del funzioname­nto, nè la corretta conservazi­one e gestione del patrimonio custodito dalla biblioteca».

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Antica Una delle sale storiche della Biblioteca Universita­ria

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