Tornano gli anti-riforma e «cucinano» la due giorni
Il popolo anti Buona Scuola si è dato appuntamento nell’Aula 3 della facoltà di Economia sabato 5 e domenica 6 settembre. Una due giorni per gettare le basi di un autunno caldo di lotta contro la riforma del governo Renzi. Arriveranno da tutta Italia.
E proprio il 6, a Bologna potrebbe esserci l’oggetto principale delle loro contestazioni: il premier, che potrebbe fare una visita alla Festa dell’Unità al Parco Nord.
Due giorni per gettare le basi di un autunno di lotta contro la Buona Scuola del governo Renzi. Gli anti riforma si sono dati appuntamento nell’Aula 3 della facoltà di Economia sabato 5 e domenica 6 settembre. Ironia della sorte: quest’ultima giornata potrebbe coincidere proprio con l’arrivo del premier sotto le Due Torri, per una visita alla Festa dell’Unità al Parco Nord.
I comitati locali provenienti da tutta Italia, assieme ai sindacati e alle associazioni, dopo l’approvazione della riforma hanno un solo obiettivo: provare a bloccarne in ogni modo l’applicazione, in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Come farlo, sarà il tema al centro di questo doppio appuntamento. Al momento sono tre le strade che verranno sondate, emerse già nel primo incontro nazionale degli anti riforma che si è svolto a Roma il 12 luglio: proposta di una legge popolare, referendum abrogativo e ostruzionismo in tutti gli istituti d’Italia e dell’Emilia Romagna. «Serve una nuova legge dal basso, dopo quella ignorata dalla Camera — spiega Bruno Moretto, del comitato di Scuola e Costituzione — poi c’è da giocare la partita del referendum abrogativo, per riuscire a cancellare le parti peggiori della riforma, quelle cioè che riguardano i dirigenti e le sovvenzioni alle scuole private». E infine provare a convincere gli insegnanti a non mettere in pratica la nuova legge. A boicottarla. «L’ostruzionismo sta nel portare i collegi docenti a votare contro l’applicazione. A un certo punto — spiega Moretto — saranno chiamati a premiare i migliori insegnanti. Per il merito il governo ha messo a disposizione a livello nazionale 200 milioni da ripartire nelle scuole. Una proposta può essere quella di premiare tutti, oppure decidere di non votare completamente».
C’è poi il modello Toscana, che Moretto vorrebbe importare anche da queste parti. «Lì, per bloccare i lavori, i sindacati hanno già deciso di organizzare assemblee in tutti gli istituti in occasione del primo giorno di scuola. È una buona idea, si potrebbe fare anche in Emilia-Romagna».
Per la due giorni gli anti riforma si aspettano l’arrivo di 36 comitati locali e di qualche centinaio di persone tra insegnanti e genitori, tanto che gli organizzatori hanno già preallertato un ostello e due alberghi. Entra così nel vivo la fase 2 della protesta, dopo la lunga battaglia estiva contro l’approvazione della riforma. Solo in città e in provincia sono state numerose (e rumorose) le contestazioni dei comitati durante le Feste dell’Unità di luglio, soprattutto nei confronti della responsabile nazionale Scuola del Pd, Francesca Puglisi. Eventualità che difficilmente potrebbe ripetersi dato che al Parco Nord, in occasione della kermesse provinciale appena iniziata, il programma de i Democratici non prevede dibattiti sulla Buona Scuola. «Per Renzi questa è una riforma fondamentale e alla Festa non se ne parla. Tutto questo — conclude Moretto — è semplicemente clamoroso».
Moretto Clamoroso che alla Festa dell’Unità non si parli di scuola